copio e incollo, da un commento di Anfiosso
(e gli faccio i complimenti)
Viviamo [se ne parlava jersera con un amico / compagno di sventura] in una società di microsistemi omertosi?
La Rete ha molti svantaggj, ma un vantaggio almeno: permette di recuperare tutta la gratuità, e anche l’assolutezza del messaggio scritto, secondo me: ha quella caratteristica che avevano le radio libere di un tempo, di permetterti di lanciare un messaggio chissà dove – ma non nel vuoto -, consentendoti, anche, di sottrarti al reticolo di false convenzioni e convenienze, timori e impaccj, dover per forza dire e dover per forza tacere che avvelenano l’esistenza ‘normale’ di molti, credo, tra cui sono anch’io.
Non avrei amato una radio libera, come medium, m’affretto a precisare, e le somiglianze col blog – ci mancherebbe; e poi dipende da quello che ci si scrive – si fermano lì. Ma in ambo i casi si tratta di media, di mezzi, appunto, i quali, faute de mieux, &c.
Per me il blog potrebbe essere anche la parete di un cesso: io me lo tengo, ché a qualcosa continua a servirmi. E non è nemmeno questione di ’sfogo’ estemporaneo, o di conato (nel senso del recere) espressivo, o volgare ricerca di compagnia, o che altro. E’ una questione, nel vero senso del termine, di libertà.
ma nessuno vuol levarlo: serva a quel che serva, cesso o libro sacro che dir si voglia.
la cosa che a me opprime è la ridondanza
lo scriversi addosso, il dirsi tra noantri ma quanto siamo bbravi
parlo per me, sia chiaro.
grande
Nt bad, anzi…
non occore nemmeno pensarci perchè E’ così.
E’ quella scoperta che, se non ci pensi su come spiegarla, te la ritrovi addosso con stupore… eppur… ce l’hai ggià….
Glò
parole libere: bello
quoto cristina 13 in pieno.
il problema è un altro: le parole in libertà.
…parole nel vento, in libertà…
libertà di essere se stessi per se stessi, prima che per gli altri.