Scrittrice (ha appena pubblicato un gran bel libro, Repetita, edizioni Perdisapop) e blogger, Marilù Oliva mi ha intervistato.
Poi. Luigi Bernardi, su Facebook, ha scritto:
credo che la buona letteratura nasca dal dolore e da una riflessione sulla sofferenza privata e/o ideale, da un io che sa diventare loro, mai dimenticando che loro siamo noi. Lo stesso vale per la buona letteratura di genere (per esempio Philip Dick, James Ballard, Theodore Sturgeon, Cornell Woolrich, Jim Thompson, David Goodis, J.-P. Manchette, James Crumley, H.P. Lovecraft, Stephen King, solo per citarne alcuni).
Io, che son stato tra quelli che ha commentato, ho scritto:
l’ho sempre pensato. con altre parole, altri esempi.
E Rosella Postorino, subito dopo ha aggiunto:
e a volte sembra quasi che non si possa dire, che è così
Sicuramente per qualcuno è così, il dolore è il carburante, l’incentivo per scrivere. In questi giorni sono in un alone di sofferenza infinita ma non riesco a scrivere… niente.
molto bella l’intervista di Marilù. L’ho scritto anche da lei.
e sulla cosa della letteratura e del dolore ci sto riflettendo da un po’. ne abbiamo già parlato anche mesi fa, ricordi?
quando avrò finito di riflettere ci scriverò un post
eh già
la buona letteratura nasce si dal dolore ma si trasforma in altro, in oltre
Da un io che sa diventare loro, va bene,
anche al di là della sofferenza, tuttavia.
Mettiamoci anche l’Arte magari, l’arte di comporre, di assimilare gli insegnamenti di maestri, di trasformarli dentro, di creare un linguaggio, uno stile personale, ed altro ancora.
MarioB.
Sono andata a leggere e ho lasciato là il mio commento.
Il dolore per me è stato un grande Maestro, severo e ineludibile.
Ma ne sono uscita forte e con il cuore disposto ad ascoltare gli altri.