La donna di picche. Frasi scelte per un eventuale booktrailer di 3-4 minuti
Micaela Ero spaccata in due: ero arrabbiata, ero estasiata da quel ‘non voglio perderti’. Volevo baciarti, volevo chiederti ancora di Lucilla, volevo scappare, volevo baciarti, fare l’amore con te, prenderti a pugni, piangere.
Il professor Paganica «Dallavita, mi senta lei ora. Ci sono due tipi di servitori dello Stato. I servitori leccaculo, che mi hanno sempre ispirato un certo disgusto; e i servitori che si credono dei padreterni, perché vestono una divisa oppure una toga, gente di merda, insomma. Frustrati. La risposta che mi ha dato mi fa pensare che lei appartenga a questa seconda categoria e questo starebbe a significare che io mi ero fatto un’idea sbagliata su di lei.»
Saletta Saletta, un luogo di culto forse sorto su un tempio pagano e dedicato a San Sebastiano; abbandonato da decenni, il tempio e il cimitero annesso erano stati al centro di episodi di cronaca legati a presunte sette sataniche, «si trattava perlopiù di ragazzi e ragazze che non sapevano come ammazzare il tempo» ha dichiarato un rappresentante delle forze dell’ordine. Ma le storie del tempio di Saletta arrivavano anche dal passato: antiche credenze contadine tramandate oralmente parlavano di fantasmi, suicidi per amore, apparizioni, ritrovamenti di ossa.
Il commissario Dallavita «Quando ripenso alla casa in cui ho vissuto con Carmen e Giacomo ripenso al quadro della donna in bicicletta, avrei dovuto portarlo via, come ho fatto con il sacchetto delle conchiglie rotte… C’è una donna in bicicletta, sola. Piove, è buio. Dietro di lei s’intravede una coppia, sono sottobraccio, sono protetti da un ombrello, sono felici, s’intuisce. La donna in bicicletta guarda lontano, chissà dove andrà. È stupenda nella sua solitudine.»
La donna di picche Ripensa a noi. Io sono seduta su di te, tu che sei dentro di me, e i nostri movimenti sono lenti lenti, ci fermiamo, riprendiamo, e intanto tu mi stringi e mi fai male, ma io voglio così, stringimi ancora più forte, e tu mi capisci senza bisogno di parole, perché le tue mani sui miei fianchi sembrano morsi, perché ti piace sentire le mie unghie che affondano nelle tue spalle; e intanto la mia lingua è premuta sui tuoi denti, e abbiamo un unico respiro, un’unica saliva, e mentre facciamo l’amore con i nostri sessi e con le nostre bocche io penso, e lo penso anche adesso, e lo penso prima di addormentarmi, che quando morirò mi porterò dietro il ricordo dei nostri corpi, della nostra saliva, del nostro fiato, di te e di me che esplodiamo con lentezza, come un solo vulcano: e sarà l’ultima immagine.
Ispettore Tavoletti«… Arma dei carabinieri, polizia di Stato, guardia di finanza… siamo tutti uguali: al servizio del cittadino che conta tanto, ecco cosa siamo.»