Il golfo di Napoli è al centro di due zone diversamente influenzate dalle correnti: l’una a Nord con correnti a direzione stagionale, l’altra a Sud con correnti a direzione costante. I due rami, sovrapponendosi, creano la circolazione generale della corrente determinandone le due direzioni. La prima è quella detta di Ponente. Segue il percorso Capri, Penisola sorrentina, Castellammare, Torre Annu
Fu in quel momento – in quel preciso momento – che l’uomo tolse il volume al televisore. Lo schermo continuò a proiettare immagini di aliscafi, turisti e ragazzi scalzi che giocavano a calcio su un pontile.
Si alzò. Provò a finire la birra.
Si era scaldata.
La versò nel lavandino, guardò l’orologio e terminò la sigaretta lasciata a metà.
Poi andò a prepararsi.
Era arrivata a casa pedalando veloce sul lungomare.
Salì le scale, si poggiò alla porta, scostò i capelli che l’afa le aveva appiccicato al viso ed entrò.
Si spogliò camminando verso la doccia.
Dentro. Sotto l’acqua fredda, a spegnere quel dolore che spesso riemergeva. Soprattutto quella sera.
Alzò il viso, chiuse gli occhi, si fece pettinare i capelli dall’acqua.
L’uomo andò in bagno. Si insaponò la faccia e si rase con il bilama. Pelo e contropelo. Entrò in doccia. Dopo essersi asciugato tornò nella stanza del televisore.
Da quando viveva da solo aveva perso l’abitudine dell’ordine. Teneva gli abiti su divani, sedie e poltrone. Pescò dal mucchio.
Si vestì davanti al televisore con le immagini mute di una signora che assomigliava a Marisa Laurito. Era su una terrazza affacciata su un golfo e spiegava come fare un liquore di limoni. Aveva un cesto di capelli fermati da un mollettone che sfidava il vento.
Diede un’occhiata all’orologio.
Ancora presto.
Si tolse la camicia per paura di macchiarla.
Marisa Laurito mostrava come sbucciare i limoni.
Senza staccare gli occhi dai suoi capelli prese una birra dal frigo e si sedette sull’unica poltrona libera dai vestiti.
L’acqua le scendeva lungo il corpo, percorso da brividi, scosso da carezze prolungate. Socchiuse le labbra per bere e lasciò che il trucco sgocciolasse lungo le guance, lasciò che le gocce giocassero sul seno e rimbalzassero sui capezzoli finendo verso l’inguine, sulle gambe, sulle unghie colorate di blu.
Afferrò la spugna a forma di stella, il sapone al papavero e iniziò a frizionare la pelle dalla pancia piatta.
Un pensiero, subito da cacciare, venne fuori appena sentì la spugna sul ventre. Lui partiva da lì quando giocavano sotto la doccia.
Aprì gli occhi. Scosse la testa come a volere ammazzare quel pensiero mentre la stella al papavero continuava a carezzarle il corpo.
Ma non era la mano di lui. No.
Il caldo lo stava assassinando. Non smetteva di sudare. Aprì la quarta birra e guardò l’orologio.
I minuti si sedimentavano con la lentezza di un insetto che muore.
Tornò allo schermo.
Intervistavano un sottufficiale della Capitaneria di porto. Dietro, un muro di facce fisse verso la telecamera.
Bevve la birra.
Si passò una mano sull’addome.
C’erano stati anni in cui giocava a pallavolo in B2. Aveva muscoli che vibravano sotto pelle: era il suo modo di amare una compagna che non c’era più. Ora quegli anni erano lontani. Lo stomaco premeva contro la maglietta come qualcosa di morto.
Pensò alla donna che avrebbe visto di lì a poco.
Questo offre la casa, pensò sollevando la birra a mo’ di brindisi.
Uscì dalla doccia e andò in camera costellando orme di gocce al papavero. Andò verso la finestra. Il mare era un po’ increspato, come i suoi pensieri. Non aveva molte cose eleganti, la sua sensualità usciva ugualmente, lo sapeva bene. Afferrò un paio di pantaloni in mussola e una camicia leggera, molto scollata. Sandali bassi: la sua altezza era sufficiente a svettarla verso ogni altitudine di uomo. Lui era alto…
Ma stasera non sarebbe uscita con lui.
Via quel pensiero.
L’uomo salì in auto e guidò mezz’ora sotto il sole. Parcheggiò e camminò fino al luogo dell’appuntamento. La vide davanti alla vetrina a specchio di un bar.
La donna aveva fatto la strada velocemente. Pochi minuti per svuotare quei minuti dall’angoscia dell’attesa. Chiusa la bici con la catena si era messa con le spalle alla vetrina, il posto dell’appuntamento.
L’uomo vide i suoi capelli, di un nero tanto pitturato da sembrare una parrucca, l’abito inutilmente sexy, il trucco che le donne usano ai primi incontri come una difesa e una sfida.
Finalmente ci conosciamo, gli stava dicendo l’estranea.
Provò a confrontarla con le foto del sito per single in cui si erano conosciuti. Tentò di trovare una somiglianza con quelle immagini piene di splendore. Cercò una traccia, un appiglio, qualcosa a cui ancorare la disperazione che montava dentro.
Poi si vide nella vetrina. Vide il sudore che macchiava la camicia, l’addome che tendeva il cotone, la sua faccia smarrita.
L’immagine di una donna che lo attendeva sotto la doccia salì come una bolla d’aria nella palude dei ricordi e quando toccò la superficie ed esplose anche il nulla in cui galleggiavano i suoi giorni esplose e l’uomo si disgregò su quel marciapiede, davanti a quella donna e sotto quel sole assassino.
La donna lo scorse arrivare. La prima cosa che notò fu la maglietta con la faccia di Che Guevara. Il Che, stava a ore a parlarne. Una volta da un viaggio sull’isola le aveva portato un perizoma con la stella del Che. Indossalo, voglio vedere come ti sta… Che tristezza…
“Perché sono qui?”
Il pensiero saltò alla volta in cui lui, il lui vero, le toglieva il bikini su quella barca blu e rosa lentamente e le baciava il collo alzandole i riccioli biondi. Si erano sdraiati e fusi sul fondo della barca.
Andò via lasciando la bici legata al palo.
A casa l’uomo cancellò il profilo dal sito web e smise di mendicare incontri.
La donna tornò il giorno dopo a recuperare la bici. Qualcuno le aveva bucato le gomme. Il sellino era stato tagliato con un coltellino.
Fuori dalle loro abitazioni il mare continuò a separarli per gli anni a venire facendo, tutto sommato, il proprio dovere.
non ho ancora compreso bene la trama ma ne ho gustato la piacevolezza. Tuttavia mi chiedo: in un esperimento a 4 mani qual è il risultato migliore? Quello in cui le due penne si fondono, senza che il lettore avverta la differenza di stile? Oppure la storia in sè?
noioso
la solita storia degli incontri favoriti dai siti per single col ricordo perenne del vero amore (che dup…)
peccato l’incipit era pieno di belle speranze
mi sono chiesta perchè le toglie il bikini per baciarla sul collo?
e anche lei vive a Napoli? allora può giusto pedalare avanti e ‘indrè sul lungomare
Non sono sicura di aver capito bene cronologie e incontri vari, però, secondo me, lì c’è del mestiere.
Ebbene parto. Sparirò per un paio di settimane. Spero di poter partecipare ai “verdetti” finali caro Remo. Ci tengo!!
Buone vacanze a tutti, scrittori e commentatori, e grazie di cuore per questa esperienza, che mi ha aiutato ad attraversare giorni non propriamente facili. Esperienza assai costruttiva, peraltro.
‘Aspiterina! Due altre classifiche praticamente omologhe alla mia… vuoi vedere che alla fin fine si scopre che perfino io ci capisco qualcosa? Oh, scherzo, dai…
Avete per caso già fatto i tre giorni?
(Sì lo so è una battuta dei Blueverigo di Morgan)
Ma è il io modo per dire OK dire a tutti i commentatori! Siete fori!
Il falconiere Marchetti Fausto
piaciuto molto. capito alla prima.
solo gli stupidi non cambiano mai opinione, ma anche essere costretti a cambiarla di fronte all’evidenza dei fatti non aiuta a sentirsi più intelligenti.
elena, hai una logica che le batte tutte. compliments!
ok rivedo la mia classifica :/
Eh no! Fermi tutti!! Questi due sono i due ex amanti, chiamiamoli Tony e Maria, che, separatamente, vanno a un primo incontro con un altro uomo (Bepi) e con un’altra donna (Samantha)!!
Allora: Tony beve un sacco di birra e gli è cresciuta la pancia, va al primo appuntamento con la tipa con i capelli neri tinti e il vestito sexy (Samantha), la vede, si guarda nella vetrina e vede il sudore che gli macchia la camicia e la panza gonfia e soprattutto pensa all’ ”immagine di una donna che lo attendeva sotto la doccia” dal che si capisce che era lui che faceva le docce con Maria (quella del sapone al papavero).
Maria invece è quella che va in bicicletta, ha i riccioli biondi, si faceva le docce con Tony e va all’appuntamento con Bepi che arriva indossando una maglietta con il Che, il che, le fa venire in mente Tony che le aveva regalato il bikini con la stella (l’elegantone), per cui decide di andarsene e lascia la bici legata al palo.
Sì, scritto bene, ma per capirlo l’ho dovuto leggere dieci volte, il che non è un bene.
a me è piaciuto anche se non ho ben capito la cronologia, lo trovo originale e di stile immendiato e scorrevole.
come ha detto qualcuno le quattro mani si percepiscono, ma in maniera funzionale al racconto.
@ sterno e falco, vado pazza per la pizza, non potrei resistere!
Io l’ho trovato non particolarmente chiaro, con alcune ripetizioni che potevano essere limate e uno stile a mio avviso non molto fluido, tanto che le 4 mani sono molto riconoscibili. Non guasta, ma perde un po’ in scioltezza. Mi è piaciuto molto l’incipit che è il filo conduttore di tutto il racconto.
Lui è al primo incontro, con un’estranea dai capelli neri e un vestito sexy, conosciuta on line. Ed è sempre lui che si vede nella vetrina sudato e ingrassato mentre prima era atletico perchè faceva sport.
Lei non è al primo incontro, si vede da un po’ con questo fissato del Che che le ha anche regalato, in passato, degli slip col Che. Lei e bionda e vestita con sobrietà. Ripensa a lui (quello ingrassato e sudato) che le baciava i riccioli biondi in barca e che è stato il suo vero amore e decide di chiudere col filocubano.
Sì, non è chiarissimo, ho dovuto rileggerlo. Per quello che ho detto che è un racconto carino, accattivante ma ci sono altri migliori, solo che questo è sufficientemente drammatico da essere preferito.
è la descrizione di due incontri differenti (o sbaglio?): due coppie al primo incontro. ma raccontata attraverso una sola lei e un solo lui, i quali, invece, pur supponendo che da qualche parte possa esistere la propria metà, non avranno la fortuna di fondersi e, come le correnti del golfo, rimarranno disgiunti. sfiga!
Scusate, il racconto mi sembra bello ma io non ho capito qualche cosa.
Qui abbiamo :
una donna con i ricci biondi che poi diventa una donna con i ” capelli, di un nero tanto pitturato da sembrare una parrucca”
una donna che indossa “un paio di pantaloni in mussola e una camicia leggera, molto scollata” che poi diventa un ” l’abito inutilmente sexy”
poi abbiamo un uomo che vede “il sudore che macchiava la camicia”, quindi ha addosso una camicia e poi lo ritroviamo con ” la maglietta con la faccia di Che Guevara”.
Al momento dell’incontro c’è una donna che parla e dice “Finalmente ci conosciamo, gli stava dicendo l’estranea.”
e allo stesso tempo lei “Andò via lasciando la bici legata al palo.”
Sono io che non ho capito niente ?
Che fai mi segui? Vuoi competere con Cristina Bove? chi di noi può farlo, caro Fausto. Ma vada per una pizza, volentieri ;)
Quanto a Antiferesi, mi scusino gli autori del racconto attuale, continuo a sostenere che non sia il primo, ma molto di più. Un fuori concorso, ci farei, come un ospitone di San Remo. Per il semplice motivo che quello che io da sempre rincorro, descrivere lo straordinario dell’ordinario, lì è magistralmente esemplificato, tutto qui.
Comunque no, dormi tranquillo, mai morso nessuno. Mai fatto male a una mosca. Accompagno le zanzare alla finestra, io, per dire.
@ sterno , ho appena letto un tuo commento su un altro blog dove vorresti portare a cena qualcuno,qui addirittura vuoi prendere a morsi qualcun altro.
Ma hai sempre fame?
Io ho paura dei morsi umani, leggerò per la quinta volta Antiferesi, così faccio contenti tutti e magari lo metto nella mia classifica. OK? Porterai a cena anche me?
Con simpatia il falconiere Marchetti Fausto
sterno: ecco un bello spunto per un racconto fantascientifico: il morso del blogger, bloggerbite, la paura viene dal blog, B.B.B. breastbone bites bloggers…
Si candida per la vittoria? Se non vince Antiferesi vengo lì, nei vostri video, sbuco fuori scrollandomi pixel di dosso e vi mozzico uno ad uno!!
Tematica accattivante, chi non ha avuto qualche rimpianto per un ex? E’ facile immedesimarsi nell’atmosfera, peraltro ben tratteggiata. Le ultime due righe non sono indovinate, ma non tanto per il tormentone sul finale aperto o chiuso, non sono scorrevoli, non prendono. Del resto, se fosse stato eliminato il finale, avrebbe perso senso anche l’introduzione.
E’ un racconto gradevole e ben scritto e secondo me si candida per la vittoria anche perchè, oltre che accattivante come tema è, comunque, drammatico. Come ho sostenuto sin dall’inizio, non vincerà mai un racconto “leggero”, o ironico, anche se migliore. Nonostante nello scrivere sia più facile commuovere che divertire, vengono in genere ritenute più meritevoli, più letterarie, le storie tristi.
Le quattro mani si sentono ma essendo due punti di vista di due personaggi diversi non dà noia. Qualche frase a effetto, un po’ scontata. Non ha un ritmo serrato, è piuttosto “lirico” come ha detto qualcuno ma è un buon racconto, soprattutto nel suscitare un’atmosfera amara. Non è il migliore, secondo me, ma mi è piaciuto.
1) Due zone diversamente influenzate
2) Complesso vocale
3) Take away
4) Beautiful monster
5) Antiferesi
6) Il primo figlio
@Laura, insisti? e allora beccati(vi) la mia lista ;)
1) Antiferesi
2) Due zone diversamente influenzate
3) Complesso vocale
4) Il primo figlio
5) La confraternita della Banacauda
6) Beautiful Monster
Bello. Bella la tv, il doppio binario dei pensieri, la decadenza del fisico, la nostalgia del passato, la bici abbandonata. Un racconto che racconta senza bisogno di farsi spiegare. Vola in pole position, per me.
Aggiornamento classifica:
1) Due zone diversamente influenzate
2) Take away
3) Anni sereni
4) Complesso vocale
5) beautiful monster
6) Antiferesi
L’avrei chiuso con la bici legata al palo.ma va bene anche così, questo finale accontenta molte persone che aspettano di vedere la parola fine sullo schermo.
Mi è piaciuto tanto, una storia di quelle che si sentono raccontare spesso ultimamente da amici che sono in cerca di un’avventura o qualche cosa in più (a qualcuno è andata fin troppo bene).
Complimenti alla coppia che ha scritto, le due mani han corso parallele come una strada a 4 corsie : 4 way street ( per chi non lo conoscesse é un album doppio dal vivo di Crosby, Stils Nash & Young).
Bravi , qui lo scrivo, leggerei volentieri altri racconti come questo.
Il falconiere Marchetti Fausto
Mi piacciono i ‘richiami’ dall’uno all’altra, i pensieri che si collegano e le vite che si intrecciano. Mi piace l’intrusione esterna della TV che scandisce la narrazione. Mi piace il racconto. Che anche qui ci sia, come in tutti o quasi, qualcosa da limare è naturale.
Dopo tre anni ho capito che a 4 mani si corre il rischio di limare meno del dovuto.
Ma va bene: è una buona esperienza. A me piace sperimentare.
Mi domando come sarebbe questo “concorso” se i contributi fossero pubblicati soltanto dopo la scadenza del tempo di invio.
No, non sto pensando a nessun “aggiustamento” consapevole da parte di chi – per un motivo o per un altro – termina e spedisce il proprio lavoro dopo la fase iniziale. Penso – nel senso di “sto meditando”, aggiungo per maggiore chiarezza – ad un possibile condizionamento inconsapevole.
Così mi domando se, non avendo visto tanti giudizi negativi sui racconti “non finiti”, queste due – anzi quattro – mani non si sarebbero sentite più libere di scegliere un finale più forte proprio perché non chiuso “a cerchio” (per me il racconto finisce con “qualcuno le aveva tagliato le gomme”), oppure non “spiegare” ciò che è già efficacemente espresso (terminare la sigaretta [lasciata a metà], cancellare il profilo da sito web [e non mendicare più incontri], cose del genere, insomma).
Trovare la giusta distanza tra la troppa fiducia e la troppa sfiducia nella capacità di lettura altrui non è facile, no. E trovo questa una “prova” quasi invidiabile :)
wordpress me lo ìndica come hawt post, sono venuto qui e l’ho letto. Non c’è male, ma non è proprio un racconto, è piuttosto lirico. Non c’è nulla di male nemmeno in questo, ovvio, ma non si sa che cosa pensare, se non tocca qualche corda pronta a vibrare, se non evoca qualche esperienza propria.
Perfettamente nelle mie corde. Lo trovo molto bello, mi piace lo stile, l’intreccio, l’amo gettato inizialmente dallo speaker TV e il richiamo al golfo finale, questo concetto, delle correnti, separate inesorabilmente e autonome.
E’ al numero due nella mia lista personale. Complimenti e grazie agli autori.
Un bel racconto. Ho apprezzato gli ‘a solo’ dei due personaggi, smentiti alla fine dal loro incontro. Il tema del declino fisico, del rimpianto, della solitudine non scelta e non rassegnata è ben svolto. Mi è piaciuta la chiusa.
Quanto allo stile: è asciutto e molto buono. Qualche piccola ripetizione si poteva evitare e, nei periodi più lunghi, mancano delle virgole. Ma forse era questione di battute.
Complimenti!