quando verrà natale

Quando verrà natale, voglio:

trovare almeno una giornata, diciamo dalle 11 del mattino, dopo un caffè poi un altro e un altro ancora, e fino alle 19, con pausa tramezzino, per risistemare la mia libreria, portando a casa per esempio i libri che ho al giornale, rimettendo in libreria i libri che ho in sala, in bagno e sulla scrivania e in camera da letto, e sistemando anche, con un nuovo scaffale che devo comperare, alcuni libri che ho in cantina e non vorrei che fossero lì.
(E mentre metterò a posto riformulerò il solito giuramento, mai rispettato: giuro che da ora in poi sarò ordinato, perché un libro di De Lillo non so mica dove l’ho messo e sono giorni che lo cerco, non vorrei finisse come è finita per Solea di Izzo, che per me è il più bello della trilogia, e che ho dovuto ricomperare, e la Poetica di Aristotele, perché la metto sempre in posti diversi e non la lascio tra i libri importanti?).

Poi voglio andare a Torino, magari una domenica pomeriggio, e, in una libreria o in una bancarella tra via Po e piazzaStatuto, comprare tre, quattro, cinque libri di cui non so niente o quasi. Li scelgo, annusandoli, leggendone pagine a caso. E poi vado a spasso per Torino, mi piace Torino quando è Natale.

Poi voglio fare una cosa che mi piace fare, un mattino di questi. Prendo mezza di ferie, mi sveglio, caffè, posta elettronica poi salgo in macchina e vado in Monferrato, in un paesino che non conosco, e lì faccio due passi, poi entro in un bar dove c’è gente che non conosco, bevo un caffè, leggo il giornale o qualche pagina di un libro, poi faccio ancora due passi tra gente che mi guarda, che non conosco e che non mi conosce che si interroga su di me, e poi torno indietro, e vado a casa oppure a lavorare, non importa.

Spero di far tutto, ci terrei davvero.

E poi se volete, potete segnalate un libro di Natale, un buon libro, da leggere o da regalare, ma che non sia di amici o di blogger o di amici degli amici, insomma, che sia un buon libro e basta, non importa se vecchio o nuovo, oppure se volete segnalatene due di libri, uno classico e uno nuovo, comincio io, ma solo con un contemporaneo.
Senza luce, di Luigi  Bernardi, edizioni Perdisa.
(Per quanto riguarda i classici io mi affido alle suggestoni di tre blog, da tre sempre:
Clelia Mazzini;
Stefania Mola;
Gabriella Alù).