«Le storie sono magia» ha detto Piccarda.
«Le storie sono storie» ho ribattuto io, sorridendole.
«Ma fanno paura» ha sussurrato il Capitano, che forse non voleva farsi sentire, ma tutti lo abbiamo sentito e guardato.
Per farsi sentire, lui, abbassava la voce: questa sì, che, a ripensarci, era una magia.
Da “Il sentiero dei papaveri”, ma l’ho scritto stamattina, e quindi dovrò inserirlo (con altre aggiunte) nel manoscritto che ho inviato a 31 case editrici; ad altre 13 ho inviato solo la sinossi.
In realtà le 13 erano 15: due case editrici, una grande e una medio-piccola, una volta letta la sinossi e il primo capitolo, mi hanno chiesto l’intero manoscritto in lettura..
Dei 44 invii in totale (posta elettronica, di andare a fare la file in posta, come ho fatto per anni, non mi va più) per ora ho collezionato una risposta negativa: un editore, che conosco, mi ha risposto che devo fare il giro agente-editor, perché così funziona. Non ho l’agente, il giro lo faccio ogni giorno con il cane.
Un altro no l’ho ricevuto da una piccola casa editrice (non mi han detto di no, mi ha chiesto se sono disponibile al crowdfunding). La cosa mi ha fatto ricordare il giallo La notte del santo. Avevo spedito a destra e manca, ricevendo rifiuti o silenzi. Finché un giorno mi raggiunge al telefono una editor di una piccola casa editrice. Mi dice: Non vedo l’ora di lavorare con lei. Bene, rispondo io. Il contratto? Lei: ecco, viste la crisi e il momentaccio ci chiedevamo se può acquistare un centinaio di copie scontate. Dissi di no. Un anno dopo La notte del santo fu pubblicato da Fanucci. Con un ottimo contratto.
Ho commesso un errore, comunque. Che commetto da quando ho iniziato a scrivere e inviare manoscritti e sinossi. Il primo invio l’ho fatto dopo la prima stesura. Troppo in fretta, c’erano refusi, parti da riscrivere. Insomma, ho bruciato una carta. Se vogliamo l’errore si è perpetrato, perché Il sentiero dei papaveri è ancora un brogliaccio. In genere riscrivo (rivedo profondamente: tagli e aggiunte importanti; tagli e ancora aggiunge importanti) due tre quattro volte dopo che una casa editrice mi ha dato l’okay alla pubblicazione.
Con Il sentiero dei papaveri mi è successo anche questo. Alle case editrici che sul loro sito scrivono che la lettura dei manoscritti è sospesa (o che non scrivono nulla) io invio la sinossi, mal che vada cestinano, dico. Bene, due mi hanno risposto, invece.
Comunque non insisterò più di tanto. Posso chiudere anche in “bruttezza”: autopubblicazione con Amazon?
Oppure a puntate, su questo blog. Oppure – e non lo escludo, anzi – niente.
Alcuni invii (a quelle case editrici che leggono solo in certi mesi) devo ancora farli: tre mi sembra (due grandi e una piccola).
Infine: 44 invii. Quanti leggeranno o sfoglieranno? Più o meno di dieci?