Il gatto che aspetta, sull’asfalto

Ho ritrovato una cosa, scritta nell’aprile del 2006, una domenica. Ero andato da Vercelli a Montemagno, a trovare un amico. Una volta tornato a Vercelli scrissi:

Per strada un gatto, bianco e rosso.
Accanto a lui, sull’asfalto, una grande macchia, di sangue.
Parrebbe adagiato, come usano fare i gatti quando dormono, ma la testa è eretta, pare staccata, non appartenere al corpo.
Fissa il vuoto, maestoso.
Sembra irreale, scolpito, di pietra.
Aspetta.
Piove, appena appena.

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