e buon lunedì

A proposito di scrittori italiani d’oggi.
Ieri, per una mezz’ora ho fatto di conto. E ho visto che, esattamente come un anno fa, i più citati sono Eco, Camilleri e Busi. Poi, appena più sotto, Ammaniti e Vassalli e Consolo e Tabucchi.
E, appena sotto (ma mi son perso a far di conto, quindi non sono affidabile) Lucarelli e Carofiglio.
(Mi vien da chiedere: Carlotto no?).
Ho pensato a chi abbiamo dimenticato. E mi sono venuti in mente due nomi. Aldo Nove e, soprattutto, Gianni Celati, che ho letto (e apprezzato) su consiglio di Zena (colfavoredellenebbie).
E chissà quanti non sono stati citati.
Silvana Grasso per esempio…
Sempre a proposito di autori contemporanei. Ad agosto ho letto Chiedi alle nuvole chi sono, di Giorgio Bona (Besa) e Mangiacuore di Francesca Bonafini (Fernandel).
Due libri diversi, soprattutto nello stile. Pià classico, quello di Bona, più tendente all’imitazione dal vero quello della Bonafini.
Due buone letture, comunque.

Allora.
E’ strano ma è così. Quando, nel vecchio blog, avevo cose da raccontare a fine sera vedevo sul contatore 100, 200 visitatori per grazia ricevuta. Oggi i visitatori sono aumentati ancora (ieri, domenica, quasi 1000) e io da raccontare penso di avere poco poco, ormai, qui. E nei blog collettivi dove figuro (La poesia e lo spirito e Cabaret Bisanzio) son mesi che non scrivo più una riga.
O mi invento qualcosa, oppure posto brani di poesie e di libri.

Poi.
Il racconto collettivo diventa un racconto interrotto: con l’ultimo contributo, che posto qui.
Non tutte le ciambelle riescono col finale.
Grazie a tutti quelli che hanno partecipato.

Poi c’ Facebook, ora. Dove sono approdati già diversi blogger. E su Facebook uno può mettere di tutto. Ci sono indicazioni, come libri letti, i migliori film visti, le citazioni preferite. A me son venute in mente queste:
… Più vivo di così non sarò mai (da una poesia di Penna)
Non bere e non fumare, morirai sano (proverbio cecoslovacco)
Non siamo gente che festeggia i compleanni, noi (mio padre, classe 1927)
Fa che tuo ogni giorno conti (un certo colonnello Possis, noto nel vercellese)
Avere paura non serve a non morire (Fatih Terim)

Son quelle che mi son venute in mente; da ragazzo me ne piaceva una di massima.
La parole che ti tieni dentro è tua schiava, la padrona che ti sfugge è tua padrona.
Ora no, da tempo me ne frego. Mi sento schiavo quando non dico o non posso dire.

Quella che invece mi piacerà sempre è questa:
Ogni fiore si sente un po’ rosa
ogni fiume si sente un po’Po.

da una poesia di Ernesto Ragazzoni (d’Orta).
Con dedica: a chi si prende troppo sul serio, dimenticando che alla fin fine…

e buon lunedì

PS Sto leggendo Inutile prudenza, di James Hadley Chase, noir Feltrinelli (8 euro). Un libro senza pretese, mi sembra, ma quando lo leggi ti prende e ti porta via. E’ già tanto.

E infine.
E’ uscito l’ultimo (cioè il secondo) numero di Blogtime
Altra segnalazione: un bel post su Consolo, dal blog Orasesta