ciò che si vede è

Ciò che si vede è, dice una bella canzone del banco del mutuo soccorso.
Forse.

Tre anni fa. Ho assunto da poco la direzione del giornale. L’ho messo sottosopra. Ho cambiato mansioni, orari, impaginazione, tutto. E ho preso una segretaria e l’ho promossa sul campo: giornalista, ché come segretaria valeva un tubo, mentre come giornalista ha fantasia e interessi per il segmento spettacoli-cultura.
Un giorno arrivo in redazione e la trovo che mi aspetta.
E’ stata testimone di un fattaccio.

Parentesi. Il mio giornale, come tanti giornali piemontesi, è periodico; esce (dal 1871) due volte a settimana. Ormai l’abitudine è questa. Nei giorni di chiusura del giornale si lavora come se fossimo un quotidiano, negli altri si cerca (o si dovrebbe) come un settimanale.
Allora, il racconto questa giornalista me lo fa di sabato. C’è tempo per scrivere del fattaccio: usciremo martedì, io quindi ne scriverò lunedì, oppure domenica.

Il racconto è questo.

Ho visto una gazzella dei carabinieri davanti alla tal farmacia, ieri sera. Hanno fermato una macchina, dentro c’erano due ragazzi giovani. A un certo punto ho visto che hanno spalancato la portiere di questa macchina, preso per il bavero il conducente e l’altro passeggero, avranno avuto vent’anni, forse meno, poi li hanno spintonato, urlando. No, non li hanno picchiato, ma facevano paura, credimi. E la gente che passava di lì diceva che non era il modo, quello, di trattare due ragazzi…

Scriverò un pezzo in prima pagina, le dico.
Scriverò che c’è modo e modo di fare i controlli.
(Fossimo stati un quotidiano avrei scritto tutto. La giornalista ex segretaria la conosco da una vita, è affidabile, seria).

La sera vado a mangiare da mio padre. C’è anche mio fratello Moreno, era ancora vivo. Gli racconto l’accuduto, lui mi ascolta, poi sbotta in una risata.
C’era anche lui nei pressi della farmacia.
E i due ragazzi fermati lui (purtroppo) li conosceva.
(Per la verità li conoscevo anche io).

Comunque. Il racconto di mio fratello.

Sono arrivati i carabinieri che hanno fermato la macchina con x ed y. Un carabiniere si è abbassato, x ha abbassato il finestrino, ha detto a x, scommetto che dentro la macchina hai un po’ di erba;
e x sai cosa ha fatto?, mi dice mio fratello ridendo.
Che ha fatto?, domando.
Gli ha dato un ceffone, per questo il carabiniere l’ha tirato giù dalla macchina…

Di quei ragazzi ne ho parlato nel racconto Tamarri, che uscirà, penso presto per Historica.
Son contento che esca quel racconto, tra un libro della Newton e un altro…
Scrissi niente, naturalmente.
E pensai: fortuna che non siamo un quotidiano.