Se nei precedenti post ho dato l’impressione di essere uno che è stato morso da una taranatola dico che mi spiace: per quanto riguarda il mio essere scrittore non covo, in questo momento, né rabbie né rancori.
Nel 2009 esce un mio nuovo libro. Spero vada bene; non dovesse andare pazienza, se dieci anni fa mi avessero detto che avrei pubblicato cinque romanzi non ci avrei creduto.
Se potrò continuare a scrivere bene: e non mi frega un fico secco – giuro – di pubblicare con mondadorifeltrinellilonganesi.
Poi certo: certe insoddisfazioni restano.
Ma la vita non è fatta solo di libri.
Qui però io o racconto storie o parlo di ibri e di editoria, a ruota libera.
E cerci di dire quel che penso, punto primo, e cerco anche di allontanarmi dai problemi quotidiani.
I libri, le maledizioni che si lanciano contro le case editrici, le lunghe discussioni che sembrano le stesse identiche discussioni che fanno i tifosi delle squadre di calcio.
Tondelli è un brocco.
Sarà bravo Coelho, sarà.
Scrivo di libri, a volte, per non pensare.
Io due mesi, forse tre, avrei scritto questa cosa qua.
Sono appena uscito. Sto guardando il cielo, ora una pianta. Sto guardando le foglie. Sto respirando. Sono vivo.
Sono uscito da un reparto ospedaliero dove si respira la morte.
La si attende.
Nella penombra delle camere c’è il silenzio dell’attesa della morte.
E del pianto.
Ci sono figli che che assistono madri.
Padri che assistono figlie.
C’è una dottoressa che mi ha ricevuto. Abbiamo parlato di alcune cose che volevo sapere. Mi occupo di cose sanitarie, io.
Lei mi risponde gentile, e mi sorride anche.
Io, mentre lei mi parla, faccio fatica a seguirla, perché la rivedo: pochi minuti fa entrava ed usciva da quelle stanze dove si attende la morte. Faceva piano, diceva qualcosa ai parenti. Poi se ne andava, lasciandoli con gli occhi bassi, a cercare chissà cosa nel pavimento.
Ora sono fuori, io.
Fermo, davanti a questa pianta. Non fossi stato lì dentro non ci farei caso a lei.
Penso che è bello guardare una pianta.
Che è importante.
Penso che certi pensieri fanno solo male a pensarli.
Ma se non si pensasse alla morte, almeno ogni tanto, riusciremmo a vedere, ma per davvero, una pianta?
Buona giornata (e scusate)
La canzone del giorno, che c’entra niente col post.
Di Gianmaria Testa, capostazione di Cuneo. Amico dei miei amici della Banda Osiris.
Come le onde sul mar