succede che piove, qui, a cortona, e il cielo è grigio, quasi come in padania.
succede che quindi son qui, internet point, anche perché la mia connessione tascabile è più lenta di quella telefonica.
nei miei cinque romanzi cortona c’è in due: in uno non si vede, nemmeno citata, nella’ltro, cioè l’ultimo, invece sì.
in realtà c’è un romanzo che vorrei scrivere, ma qui.
mi basterebbe una settimana.
(poi certo, dovrei riscrivere).
ce l’ho in testa.
la storia di un proprietario terriero, socialista, amato dai mezzadri, disprezzato (a volte inseguito) dai fratelli in camicia nera, che volevano bastonarlo.
un po’ pazzo, un eroe a modo suo.
uno che rinuncia ad onorare ed amare il padre perché il padre è uno sfruttatore di contadini non è forse un eroe?
ho raccolto solo testimonianze orali, su di lui.
avrei bisogno anche di respirare l’atmosfera del podere dove visse, e di sfogliare il giornale locale che c’è qui, l’etruria, oppure altro.
la traccia di questo romanzo ce l’ho stampata, da anni, in testa.
ecco, quest’uomo era un esempio di socialismo vero.
i suoi mezzadri, meglio, i figli dei suoi mezzadri, non pativano la fame.
non li sfruttava, anzi.
e loro lo ripigavano: proteggendolo dalla ritotrsioni dei fascisti…
l’hanno conosciuto entrambi i miei nonni.
uno, quello materno, era un suo mezzadro, l’altro, il paterno, un amico.
anni fa, qui a cortona interrogai un contadino su di lui. un vecchio contadino, ora morto.
successe questo.
io parlavo e quello, il contadino, mi guardava divertito.
pensai: ho sbagliato contadino, questo è scemo.
no, era solo sordo.
quando gli spiegai, urlando, di chi volevo che lui mi raccontasse vidi che si aggrappò al bastone, si alzò in piedi e, serio serio, pronunciò con rispetto il nome di quel proprietario terriero che, durante il fascismo, non solo si disse socialista ma applicò, per quel che poteva, il pensiero socialista al suo vivere.
ha smesso di piovere, il cielo sta diventando il cielo di Gino Severini (che disse, se non fossi nato a cortona, sotto questo cielo così intenso, forse non sarei diventato pittore….)
mi scollego, vado.
buon sabato
