a volte succede che un estraneo ci rivolga la parola.
il vicino di ombrellone, o quello che siede insieme a te nello stesso scompartimento, oppure facendo la coda da qualche parte.
a volte per strada.
ognuno di noi ha reazione diverse.
io saranno dieci anni che dico due cose: che sono stufo di parlare di me, che sono stufo di conoscere gente.
sono anni che mi dico, Ascolta, e basta.
il blog ha stravolto quei miei pensieri (ché comunque puntuali ritornano).
perché la rete ti fa conoscere gente e fa si che la gente conosca te (più il blog che face).
oggi sono passato davanti a un convento di suore di clausura.
sono entrato, perché era l’ora de vespri, no, no, sono entrato perché, da fuori, ho sentito una voce celestiale.
allora, io sono agnostico, e son critico, e tanto, con la chiesa ufficiale.
però è successo che oggi io ho solo guardato, e ascoltato.
ho ascoltato i vespri cantati ho guardato quelle suore, lontane da me una ventina di metri.
alcune, le più anziane, ho quasi percepito che non gradissero il mio sguardo curioso.
lo sguardo, però, si è andato a posare su una suora giovane, bella, credo la più bella suora che io abbia mai visto.
e qui mi fermo.
voglio fermarmi.
io non conoscerò mai lei, lei no conoscerà me.
non le potrò mai domandare…
ma noi possiamo domanre alla luna, al sole, alla notte, alla vita, alla morte?
possiamo indignarci: per la cacca di un cane o perché qualcuno non scrive in italiano, e magari non ci indigniamo perché ogni giorni ne muiono tre nelle fabbriche e nei cantieri, e non ci indigniamo se ci avvelenano l’aria.
io credo che su face ognuno fa quel che si sente di fare, magari interrogandosi magari no.
uno può decidere di non voler dare confidenza al primo venuto, un altro invece sì.
mi sto interrogando, io su face.
ho detto sempre di sì alle richieste di amicizia.
poi credo di aver fatto delle richieste di amicizia un tanto al chilo: vedevo un intervento che mi piaceva, oppure ritenevo che certe affinità (scrittura, blog, giornalismo, ma anche teatro, o politica o luoghi) potessero risultare interessanti.
settimane fa ho depennato una cinquantina di persone, quasi tutte richieste fatte da me.
ma, anche qui, è giusto che ora mi fermi.
i miei parametri non sono i parametri degli altri.
penso che alla fin fine sia giusto fare quel che ci sentiamo di fare.
penso che sia ridicolo, però, dire che ci sono parametri giusti oppure sbagliati.
io so mica se son giusto
PS do per scontato che tutti diano… per scontato che il termine amico è infelice.
qualcuno, invece, ha sostituito il termine amico con conoscente: è comunque un parametro.
qualcuno, ho visto, usa face (e la rete in genere) per lecchinaggio; lo sconsiglio: peggiora l’alito e, per esempio nell’editoria, dà risultati ridicoli o quasi.
