Le mie origini bastarde, so qualcosa in più, ora

Arrivo a un vicolo di Cortona, vicolo Santa Chiara, che è stupendo, forse il più bello. Largo poco più di un marciapiede, non c’è spazio per le auto. E non ci sono turisti. Fuori, dalle case a uno massimo due piani, piccoli giardini, gerani, piante con i pomodori.
Cortona è tutta un saliscendi.
La mia destinazione è il monastero della Clarisse. Ho mal di schiena e a un ginocchio. Le auto, anche di grossa cilindrata, devono salire con la prima, con la seconda si imballano.
Mentre salgo vedo un vecchietto che sale, aiutandosi col bastone; è una del posto, è vestito da… cortonese. Impiegherà quasi un’ora, tutti i giorni, per arrivare alla piazza e poi tornare nella zona di Cortona alta (dove presumo abiti).
Cammina lento lento. Guarda i lastroni… Basta camminare e pensare ad altro.
Perché sto facendo questa strada?

Mio nonno materno (nato e vissuto a Cortona, gli ultimi anni trascorsi a Vercelli) non mi stava molto simpatico. Mi portava ai giardini e si fermava a parlare di parentele: fratelli, suoceri, nuore, generi. Insomma. Quando avevo quattro anni pensai che a me di quelle cose lì importava un fico secco, e infatti ancora adesso faccio fatica ad ascoltare le ricostruzioni parentali, perché mi rivedo: son lì, fermo, con mio nonno che mi tiene la mano, e parla parla, e non mi porta a vedere il treno come vorrei.
Ecco, la passione per i treni m’è rimasta.
Di mio nonno Angiolo ho già scritto (le mie origine bastarde).
I nomi strani di allora: lui si chiamava Angiolo, mia nonna, Alduina…
Lui era severissimo. Mia madre di mi diceva che era così perché la famiglia che lo aveva adottato era severissima con lui (e severa lo era anche mia madre).
Fu trovato (non so l’anno, presumo attorno al 1885) sulla ruota degli esposti nel monastero di Santa Chiara, a Cortona.
Con lui c’era una bambina, anche lei appena nata, Rosetta.
So che rimasero in contato, poi, dopo essere stati adottati.
Fino a due mesi fa non sapevo dove fosse la ruota degli esposti dove fu trovato mio nonno.
Ieri l’ho trovata, seguendo indicazioni di alcuni cortonesi e di mio padre, che ha 96 anni.
Foto uno, l’esterno del monastero.
Foto due, il portone.
Foto tre, la ruota degli esposti.

Chissà chi erano le due persone che hanno dato la vita a mio nonno, materno, chissà.
Io credo che uno dei due arrivasse dal mare.
Io sto bene solo quando sono in un posto di mare. Dormo meno e mi sento riposato. Anche gli acufeni (regalino della seconda dose del vaccino) quando sono in un posto di mare scompaiono. E sto ora ad ascoltare e guardare il mare che con Cortona non c’entra una cippa.

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