E’ morta Susanna Parigi, cantautrice e compositrice.
Mi spiace.
Prima di andarsene sulla sua pagina facebook ha scritto: Se vi scrivo è perché sto camminando verso la casa del Padre. Volevo ringraziare tutte le persone che mi sono state vicino in questo anni di tribolazioni.
E’ stata… la colonna sonora di un mio libro, nel senso che ne La donna di picche il protagonista ascoltava sempre le sue canzoni.
Di lei nel 2017 avevo scritto in questo blog.
PS. Nei ringraziamenti de La donna di picche la citai… sbagliando il nome di battesimo. Scrissi Antonella anziché Susanna. Lei lesse, mi ringraziò, ma non mi fece notare quell’imperdonabile sbadataggine.
E infine. Alcuni estratti de La donna di picche dove compare Susanna Parigi.
Che Pietro mi telefonasse mi faceva piacere, ma fino a un certo punto: la suoneria del cellulare escludeva che potesse suonare il mio citofono, come avrei preferito. Sapevo dov’era: in auto, a guidare senza meta, ascoltando le sue canzoni. Abbassava l’audio, ma continuava ad ascoltarle mentre parlavamo. Ebbi la sensazione che volesse condividere con me Paolo Conte, Tenco, Paoli e poi una voce dolce, di donna, Susanna Parigi, che non conoscevo e che mi sarebbe diventata familiare.
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Invece di sentire la sua voce, prestai attenzione alle parole di una canzone. Come al solito, Pietro stava ascoltando musica.
Menti se proprio devi
ma falle credere che è tutto vero,
che è bello,
infinito, immenso e che durerà.
Dille che saprai fermare il tempo,
sarai la pace al suo tormento,
e ordinerai con le tue mani
e lei saprà eseguire
e sceglierai
per lei di non tradire
e di capire dai silenzi
quello che ti vuole dire.
«È stupenda questa canzone di Susanna Parigi» disse alzando in modo eccessivo il volume e poi avvicinandosi a pochi centimetri dalle mie labbra. Pensai che mi volesse baciare, invece portò le sue labbra alle mie orecchie e sussurrò: «Mi sento in colpa, so che ho perso la tua stima.»
Nessuna microspia, o cellulare spia o microfono unidirezionale avrebbe potuto intercettare quelle parole bisbigliate e coperte dalla stupenda voce della Parigi.
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Mi accorsi solo allora che avevamo come sottofondo la voce di Susanna Parigi. Evidentemente, aveva sostituito Luigi Tenco e Paolo Conte nella hit parade personale di Pietro. Alzai il volume, non al massimo ma quasi.
Sarò cibo per te
perché tu abbia
incontenibile fame di me.
Sarò profumo per te
per entrarti dentro
fino ai pensieri.
Sarò il bene supremo per te
per darti la soddisfazione
di corrompermi.
Sarò la decima porta per te
Il testo di quella canzone mi turbò. Guardai Pietro, stava ascoltando? Sembrava scritta da Lucilla.
