Alla Buchmesse di Francoforte, insieme a quel che si sapeva, sull’editoria italiana sono emerse delle novità.
Per esempio (novità): nel 2007, rispetto quindi al 2006, sono aumentate le vendite di libri nei supermercati (5 per cento in più), on line (più 36 per cento), e in edicola (più 12 per cento).
L’editoria italiana sta bene: il fatturato infatti in un anno è cresciuto di quasi un punto (che tradotto in soldoni significa 3,702 miliardi di euro).
Ancora numeri, ora.
I lettori da un libro l’anno sarabbero 24 milioni.
Quelli da un libro al mese 3,2 milioni.
Le case editrici organizzate (distribuite, insomma) sono 2901; danno lavoro a 30 mila persone (nota personale: mi sembra un numero troppo elevato; calcalano anche i collaboratori pagati un tanto al chilo per traduzioni ed editing?).
Poi.
Nel 2007 sono stati stampati 61mila nuovi titoli.
Calcolatrice alla mano fa 167: 167 libri al giorno.
Si sapeva.
Quando andai a firmare il mio primo contratto, era il 2003, in casa editrice mi dissero: Ogni giorno escono 140 titoli, nuovi; bene, di questi 140, il quaranta per cento è destinato a non vendere nulla, al macero insomma.
(…)
Comunque.
Tra poco esce una mia raccolta di racconti.
Tamarri.
Ho provato a inserire la foto della copertina, wordpress mi dice errore, io gli rispondo, va bene, sarà per la prossima.
In quarta di copertina si legge.
Se trovano una ragazza per bene, o un lavoro per bene, o qualche santo per bene magari non fanno una brutta fine. Io li chiamo tamarri.
Dai delinquentelli di periferia, senza futuro, all’Augusto, personaggio caro a Salgari, morto suicida, al bancario che sogna i mari del sud, mentre il treno procede per la nebbia…
Sette racconti che percorrono rotte diverse, tra tempeste e momenti di quiete.
Non ricordo il numero di pagine della raccolta, son poche, meno di 50; il prezzo è proletario, 4,50. L’editore è Historica.
Poi in primavera sarà di nuovo Newton.
Bastardo posto.
Speriamo che sia femmina.

“La vendita online di libri, più 36 per cento”.
Loro: Ma chi è il tuo editore?
Io: Bietti Media
– E il tuo libro lo trovo…
– Su internet
-Nel senso che…
– Che per ora lo puoi comprare solo online, poi, in seguito, anche in libreria. Ma in seguito, ribadisco.
– Orroooooooooooooore!!!!!
– De che?
– Il profumo della libreria, il fascino del libraio, la polvere dei volumi…
-L’unica copia di un esordiente nascosta nello scaffale attaccato al cesso, la frase “questo libro non ce l’ho ma se lei per caso ripassa qui tra due settimane, forse…”, e quello che risponde “sì, ripasso un par de palle, mo’ ormai sto qui e me compro Stiven Chinghe e l’esordiente me l’appenno all’ucello!”
– Ma i libri comunque non si comprano su internet, ecco
– Ma pare che con gli acquisti online la gente legga di più, e si siano formati anche nuovi lettori
– Nuovi lettori che non capiscono un cazzo, meglio perderli che trovarli. Gli intellighenti vanno in libreria.
– Sarebbe meglio andassero a fare in culo. O no?
Io incollo questo dal rapporto AIE:
La lettura decresce… e la metà dei lettori italiani non arriva a leggere 3 libri (all’anno)
Nel 2007 il 43,1% della popolazione italiana con più di sei anni di età, pari a circa 24,0 milioni
di persone (su 55.189.000 residenti), ha dichiarato di aver letto almeno un libro non scolastico
nei dodici mesi precedenti. È un valore che per la prima volta dopo otto anni mostra un segno
negativo (-21,2%). Da questo valore resta esclusa la cosiddetta “lettura morbida” che nel 2006,
nell’indagine quinquennale sulla lettura, valeva un altro 12,8%. Resta però il fatto che tra gli
italiani che si dichiarano lettori, quasi la metà (il 46,2%) è fatta da deboli lettori. Ovvero oltre
11 milioni di individui che non leggono più di tre libri all’anno.
Tra l’altro, come diverse ricerche condotte tra 2006 e 2007 hanno messo in rilievo, la lettura
cresce tra chi è già lettore e nelle zone del Paese in cui si legge di più. Restano stazionarie o
addirittura calano, nelle altre.
In bocca al lupissimo!