Natale 1926, Antonia Pozzi
(dal sito http://www.antoniapozzi.it)
Del tempo ho paura, del tempo che fugge così in fretta. Fugge? No, non fugge, e nemmeno vola: scivola, dilegua, scompare, come la rena che dal pugno chiuso filtra giù attraverso le dita, e non lascia sul palmo che un senso spiacevole di vuoto. Ma, come della rena restano, nelle rughe della pelle, dei granellini sparsi, così anche del tempo che passa resta a noi la traccia
Natale (Fernando Pessoa)
Nasce un Dio. Altri muiono. Non ci è giunta
né ci ha lasciato la verità: muta l’Errore.
Abbiamo ora un’altra Eternità,
e ciò che è passato in fondo era migliore.
Cieca, la Scienza ara gleba vana.
Folle, la Fede vive il sogno del suo culto.
Un nuovo Dio è solo una parola.
Non credere o cercare: tutto è occulto.
Il Natale è il 24 (Piero Ciampi)
È Natale il 24.
Non riesco più a contare,
la vita va così.
Ho una folle tentazione
di fermarmi a una stazione,
senza amici e senza amore.
Mio fratello è all’ospedale,
sono giorni che sta male,
la madre non l’ha più.
Anche Pino è separato,
Elio al gioco si è sparato,
mi stupisco sempre più.
Io vado,
quando sono abbandonato
vado in cerca di una donna,
senza danni.
Sento,
quelle volte che non pago,
che rimane pure amore
per un’ora.
Ma il mattino mi consegna
Francescangelo drogato,
non mi conosce più.
Per vederci un poco chiaro
bevo un litro molto amaro,
sono dentro a un’osteria.
Il Natale è il 24,
Gianna ha un cuore molto strano,
la vita va così.
Ho una folle tentazione
di rifermarmi a una stazione,
senza amici e senza amore.
Il Natale è il 24.
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Di Natale, comunque io, ho un buon ricordo. Profumi, in particolare. Di cibo buono che, soprattutto se vivi in una famiglia povera, operaia com’era la mia, assaporavi di più, e di carta anche, sapevano che mi piacevano i libri e li annusavo, accarezzandoli, quei libri che i regalavano anche perché un trenino costava troppo, ricordo alcuni titoli, Pellerosse in armi, La ferrovia del pacifico, Passaggio a Nord Ovest, Betty Zane, e mi portavano lontano, e Zanna bianca, e Il richiamo della foresta e poi, anni dopo, diciamo una ventina, ricordo invece, ricordo nitido era il 1983, La psicologia dei bambini, che lessi tra la vigilia e il natale (mentre c’era il solito insopportabile, noioso, dopo pranzo in famiglia).
Ecco, da bambino sognavo di diventare adulto e poi da adulto, sebbene avessi meno di trent’anni, imparai, leggendo appunto la Klein, che si resta sempre bambini.
Ma ci si arriva da soli, a questo.
Buona giornata
È Natale il 24.