Prendete il Vangelo.
Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio contro di lei; se la donna ripudia il marito e ne sposa un altro, commette adulterio
Parole chiare. Che la Chiesa di Roma, oggi, ripete. Fedele all’insegnamento di Cristo.
Ma nel Vangelo secondo Matteo, al ricco che osserva i comandamenti ma non vuole rinunciare alla sua ricchezza Gesù dice la famosa frase
E piu’ facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei cieli.
Qui la chiesa – e per chiesa intendo il Vaticano – non ci vede e non ci sente.
Chiaro, sto semplificando e non sono in grado di passare al setaccio discussioni già fatte (o anche no, solo sfiorate: perché sugli Evangeli che leggiamo noi oggi ogni tanto qualche studioso solleva dei dubbi. Dal quinto Evangelo alla possibile censura, che avrebbero apportato i primi traduttori greci, del termine “reincarnazione”, la discussione sarebbe infinita).
Sta di fatto – mettiamola così – che se mi rivedo bambino mi chiedo, e dal momento che “non son saputo” me lo chiedo ancora oggi: perché la fedeltà coniugale è stata presa alla lettera e la rinuncia alla ricchezza no?
Vorrei, se fosse possibile, una spiegazione convincente, non una masturbazione socio-teologica.
E vorrei che chi vede nella chiesa Vaticana la continuatrice della Parola di Cristo mi dicesse se sbagliano, e perché sbagliano, invece quei credenti che prendono per buono tanto l’insegnamento sulla fedeltà quanto quello sulla ricchezza-povertà.
Io la vedo così.
La chiesa ha tradito, tradendosi.
Si diventa adulti. Quei monsignori che vestono abiti costosissimi, io ne son sicuro, in un preciso momento della loro vita, magari in seminario, magari pima, hanno pensato che il regno dei cieli è dei poveri e dei derelitti, non dei potenti (a volte pure dei carnefici) che vengono ricevuti in pompa magna in Vaticano.
Ma non solo la chiesa tradisce.
Cile 1973, colpo di stato di Pinochet, ero ragazzo, ricordo bene. Studenti, intellettuali, operai, gente per bene, ex partigiani: i giornali raccontano che dopo l’uccisione di Allende negli stadi avvengono stragi. Carneficine. Ammazzano oppositori che non sono mai stati dalla parte delle violenza, hanno ammazzano Victor Jara, sembra che gli abbiamo tagliato le vene e poi mentre moriva dissanguato, gli abbiano detto: Canta. Erano i tempi della Cina di Mao, quelli.
E guai a toccare Mao ai lottacontinui, per esempio.
Il compagno Mao, la sua grande rivoluzione culturale.
Però anche la Cina era adulta.
E fu uno dei primi stati che riconobbe il Cile fascista e spietato di Pinochet.
A me venne da vomitare, ai maoististi nostrani no.
In fondo io credo che il comunismo – ma è una convinzione storica ed ideologica, questa – non è caduto col muro di Berlino
Quello era già un aborto di comunismo.
Il comunismo l’hanno ammazzato Stalin e, prima di Stalin, Lenin e Trotskij quando, nel 1921, distrusero la città di Kronstadt.
A Kronstadt l’avevano capito che il socialismo in un paese solo avrebbe tradito le vere origini del socialismo: stava nascendo una società che non distribuiva le proprie rcichezze in base alle necessità, dopo la cacciata degli zar. No, c’erano i burocrati di stato che stavano per diventare i nuovi padroni.
Si ribellarono, crearono una comunità davvero libera e davvero comunista: gli altri, i falsi comunisti, li distrussero.
Tanto – lo sapevano anche loro – quella del primo che diventa ultimo è una favoletta: per bambini.
Dove voglio andare a parare. Allora, io la penso così. Pensarla così ha una controindicazione: resti solo.
Prendiamo la Diaz, i fatti di Genova, le letture che si danno. Io a Genova non c’ero, ho letto, visto filmati, mi son fatto un’idea.
Poi. Ho parlato, soprattutto con una persona, di Genova. Uno a cui uno di sinistra non parlerebbe. Un esponente di Forza Nuova. Uno che nella sua trattoria, dietro a sè, aveva un poster di Mussolini.
Io però giudico dai fatti. E ho visto che, un giorno, questo fascistone, quando ha visto entrare un barbone che chiedeva un piatto non solo l’ha fatto accomodare: lo ha fatto accomodare con un inchino, portandogli poi un piatto di tagliatelle al pesto e un bicchiere di vino e della frutta.
Non solo. Sarà stato un fascista, ma sul G8 mi ha detto. Per me c’erano delle regie occulte. Qualcuno aveva tutto l’interesse a provocare, far sì che ci fossero scontri. Meglio puntare i riflettori sui manifestanti che non sui potenti riuniti a Genova e sulle loro decisioni.
Insomma: per lui tra i manifestanti c’erano provocatori.
Non so se abbia ragione. So che ragionava: fuori dagli schemi.
Ci provo anche io, sempre.
Spero di riuscirci. O per lo meno: ci provo.
