Recensione a “La donna di picche” di Marta Puggina (editor)

Recensione a La donna di picche di Marta Puggina (editor)

Foto tratta dal profilo instagram di Marta Puggina

A me piace andare in fondo alle cose. Se l’argomento mi prende, ci torno sopra con il pensiero anche quando in teoria non ci sto riflettendo. È successo anche con il commissario di Remo Bassini. La notte del santo mi aveva stuzzicato proprio per la credibilità del personaggio Dallavita e ho pensato che avrei dovuto leggerne di più per soddisfare ogni mia curiosità. La donna di picche lo ripropone all’apice della sua vita trasandata, in cui il fallimento nei rapporti è direttamente proporzionale al successo nel lavoro. Dallavita si muove con sicurezza nella nebbia di Vercelli, lo scenario dell’omicidio di Eleonora Paganica, vedova Malerba. È sembrato a tutti una feroce esecuzione tra i banchi di Sant’Eufemia, forse anche per la solennità del momento, poco prima della messa delle sette di mattina. La vittima, stimata avvocato, è rappresentante benvoluta di una famiglia di «cazzo d’intoccabili». E se un anno dopo Dallavita ha ricevuto l’incarico di svolgere un’inchiesta su questo mistero, senza movente né sospettati, c’è da credere che la sua abilità investigativa sia notevole. Però forse non ci si aspetta di ritrovarlo in veste di seduttore.
Dellavita ha amato tutte – la Ribelli, Carmen, e soprattutto Lucilla Malerba – ma la «donna di picche» è quella che lui non è mai riuscito ad avere realmente. Sulla sua identità Bassini riesce tenere il lettore all’impasse fino alla fine in modo interessante. Attraverso la prima persona il lettore riesce a entrare nella testa di chi narra e vede tutto dal suo punto di vista. Ora è la collega di Dallavita, l’ispettore Micaela Spini, ora è Lucilla Malerba, la giovane figlia della vittima. Entrambe perdutamente innamorate di lui, gelose l’una dell’altra, ognuna teme che la rivale sia la sua «donna di cuori», si sente spinta a fare di tutto per conquistare l’uomo Dallavita. Davvero è così affascinante «quella sua espressione di uomo buono e tormentato»? Mentre si cerca la risposta, la narrazione procede fluida e s’intreccia nella progressione delle indagini in un crescendo che appaga con il finale inaspettato.
Marta Puggina

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