Prete per vocazione partigiana

Prete per vocazione partigiana. Per lui il 25 aprile era un giorno santo. Don Luisito Bianchi (1927-2012) merita di essere ricordato.

L’ultima volta che presentai un suo libro disse: «Se fossi Papa brucerei il Vaticano affinché rifulga la luce di Cristo». C’erano un po’ di suore in sala. Continuarono ad ascoltare.

Ordinato  sacerdote  nel  1950,  negli  anni  Sessanta,  dopo  un’esperienza  romana  alla  Pastorale  del  lavoro,  si  domandò:  “Cosa  ho  imparato?  Io, veramente, cosa so del lavoro?”. A trent’anni decide così di andare a lavorare in  fabbrica,  alla  Montecatini  di  Spinetta  Marengo  (Alessandria),  esperienza  che  racconterà  nel suo libro “Come un atomo sulla bilancia”.  Rifiuterà, comunque, l’etichetta di prete-operaio. «In fabbrica – spiegava – un prete non serve, perché le virtù teologali, Fede, Speranza e Carità, sono già parte  del  lavoro  duro,  da  operaio.  E se un intellettuale si sente a corto di argomenti – diceva ancora – vada in fabbrica: perché lì il terreno è fertile».

Al centro della sua esistenza e del suo essere prete don Luisito poneva la gratuità.

«Ma cosa credete – diceva – un prete è anche un uomo e non è indifferente alla bellezza della donna: ecco, il mio primo atto come prete, la prima gratuità, fu rinunciare a questo»,

Il suo libro – per molti un capolavoro – fu pubblicato da Sironi nel 2003. Si intitola La messa dell’uomo disarmato. Parla di resistenza e di gratuità. Fu un successo di vendite e di critiche. I proventi del libro li donò alle missioni. A lui che viveva tra Vescovato, suo paese natale,  e  Viboldone,  dove  era  cappellano,  bastavano  i 600  euro  di  pensione,  frutto  dei  contributi  versati  come  operaio,  inserviente, benzinaio, insegnante. Era un mite, ma insieme all’amore per il prossimo insegnava la ribellione.

«Quando Gesù Cristo si è fatto uccidere in croce non l’ha fatto in cambio di uno stipendio… e quando i giovani partigiani andavano a combattere e a morire l’hanno fatto con gratuità…. io non li ho seguiti, non andai a combattere e mi spiace».

Don Luisito non volle mai la “paga” del Sostentamento del clero.

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