Nel 2006 l’editore Fernandel mi pubblicò Lo scommettitore, che a luglio divenne il libro del mese di Fahrenheit (radio tre rai).
L’incipit
L’origine di tutto si perdeva lontano.
Scommetto che da qui alla scuola riesco a correre senza respirare. Scommetto che se la mamma me le dà col battipanni io non piango. Scommetto che se il maestro mi guarda cattivo io non abbasso gli occhi. Scommetto che se me lo tocco, poi, quando mi piace tanto tanto, riesco a fermarmi.
Scommetto che nessuno ci riesce a fare questo.
Scommetto che se ho sete resisto senza bere. Scommetto che se ho mal di pancia non lo dico a nessuno.
Scommetto che gli altri non sono così bravi.
Capitolo 1
Dieci euro, neanche tanto tempo fa, li aveva regalati alla bambina che aveva aiutato i nonni a portare le posate in tavola. Aveva arrotolato, piegato e pigiato la banconota così da farla sembrare un bastoncino, in modo da ritardare la sorpresa: Guarda, ho un bigliettino per te.
In quella trattoria di un paesino isolato, di bassa collina, lambito dalla nebbia della vicina pianura, aveva incontrato per la prima volta Carmen Severi, la candidata. Un anno e quanti mesi prima? Preferiva non pensarci, lui, meglio perdere il conto del tempo che ti separa da un ricordo che fa male, quasi un incubo.
A scegliere il posto era stata Carmen; era la trattoria dei suoi zii che, nell’occasione, avevano chiuso il piccolo locale ristorante, così da evitare occhi indiscreti, ma tenuto aperto il bar, per i vecchi incalliti giocatori di scopone scientifico.
La bambina gli aveva detto che faceva la terza elementare. Faceva pure tenerezza, per via della macchinetta ai denti e della montatura degli occhiali, rossa su grosse lenti. Restò sorpresa, finita la cena, quando ricevette la banconota travestita da bigliettino; non disse nulla, andò in cucina, poi tornò, opportunamente istruita: La ringrazio signore, non doveva.
Era dolce, la cuginetta di Carmen.
Già: dieci euro. E neanche tanto tempo fa. Un anno e qualche mese. Per lui era normale lasciare dieci euro di mancia al ristorante.
Ora invece con dieci euro ci campava. In un discount aveva fatto la spesa come minimo per due giorni: una confezione con quattro würstel, due scatole di fagioli, due mezzi litri di latte, due bottiglie d’acqua, tre scatolette di tonno, una scatola grande di carne in gelatina, un litro di succo di frutta al pompelmo, del pan carrè, un paio di calze di spugna grigie. Totale otto euro e ottantun centesimi.