Racconti a 4 mani/1

La corsa e l’attesa

Il telepass ha fatto alzare la sbarra, sono in autostrada.
Sterzando al silenzio per evitare i pensieri che da giorni non mi lasciano dormire, pigio il tasto on del lettore CD dell’autoradio alzando il volume quanto basta.
Un dischetto audio in policarbonato incastrato lì da anni diffonde musica e parole che conosco quasi a memoria, Bruce Springsteen mi accompagnerà fino all’uscita del casello di Bergamo. The boss canta di uomini “on the road”, vagabondi perduti per le strade, come prima di lui il giovane Dylan e prima ancora Woody Guthrie.
“Born to run” nato per correre, non è il mio caso, ho sempre odiato guidare ma devo fare in fretta, non voglio farti stare in pena in quel letto bianco d’ospedale. Terrò il mio piede destro incollato all’acceleratore fino al limite della velocità consentita, non ci sono segnali di stop qui, nessuno riuscirà a farmi rallentare.

               Sembra così bizzarro questo tempo
               d’attesa in una stanza
               io che stavo al volante
               mentre lui raccontava le sue storie
               insieme ad ascoltare bella musica.
               Lo immagino alla guida
               distratto tra le nuvole e il paesaggio
               e prego Dio che lo conduca attento
               che me lo lasci accanto.

Sono tutto solo, solo con me stesso, come ogni vagabondo, su questo serpente d’asfalto, non posso tornare indietro.
Seduto al volante stringo la fiducia fra i denti per cercare di imparare a camminare come gli eroi che pensavo sarei potuto diventare, dopo tutto questo tempo in cui ho scoperto di essere proprio come tutti gli altri.
Uno stormo di gabbiani reali incrociando la mia corsa, sorvola il ponte sul fiume seguendo la traccia grigioverde dell’acqua inquinata di veleni e scarichi urbani.
Un’altra triste realtà della moderna quotidianità, queste creature del mare hanno scoperto l’inesauribile risorsa alimentare rappresentata dall’immondizia prodotta dall’uomo. Pendolari del cielo, ogni giorno percorrono la stessa rotta dal lago alla discarica e ritorno.
Se avessi le loro ali…
Il motore dell’anima corre su questa strada per un bacio senza fine, fino alla stanza d’isolamento, dove tu prigioniera aspetti me, il tuo barbiere.
Mi sembra di sentire piangere l’intera città, incolpando la verità che ci ha buttati a terra.
Leucemia.
Raserò il tuo cranio prima della cura, sezionerò il tuo dolore.
Come un angelo sfinito abbandonerai la testa sulla mia spalla, mentre sono io che ho estremo bisogno di te.
Mi aggrappo alla tua vita, sono innamorato con tutta la magia che comporta.

               Arriverà con il suo amore intenso
               principe della nostra consuetudine
               azzurro che colora la speranza
               e la tragedia vincerà per due.
               Non sarà certamente uno qualunque
               l’eroe che la sua donna vedrà bella
               anche quando sarà senza capelli.
               Io mi abbandonerò sulla sua spalla
               alla sua forza che sorregge entrambi.

L’autostrada prende fuoco, esplode di eroi a pezzi alla guida della loro ultima possibilità. Una trappola per topi invasori in un circuito pieno da scoppiare.
Ognuno è lì che corre fuori dal mio finestrino.
Evasi dalle loro tane di provincia, lanciati verso Milano, una trappola mortale, un invito al suicidio. Cerchioni cromati, motori a iniezione, diesel di muratori viaggiano a cavallo della linea di mezzeria.
Ogni muscolo del mio corpo è in tensione, questa corsa mi strappa i tendini.

               Starà correndo sull’asfalto ardente
               per essermi vicino a consolare
               quando intorno al mio viso
               non ricadranno più le chiome bionde.
               Ma lui che sa ogni cosa
               della mia vita, d’ogni spina e rosa,
               conosce le parole necessarie
               i gesti nati dalla tenerezza
               e pure nel dolore mi sa amare.

Correrò ogni giorno fino a che non cadrò, non tornerò senza di te, camminerò con te sul filo del rasoio perché sono un viaggiatore solitario e impaurito ma devo sapere cosa si prova.
Il sorriso è una ferita di un pallido rosa sulle tue labbra, la chemioterapia sta uccidendo il tuo sangue malato.
Vorrei morire con te stamattina, ma devo trovare il modo di arrivare presto all’interno del reparto di ematologia e andrà tutto bene, andrà tutto bene.
Mi stai aspettando, lacrime versate sulla città.

               L’attesa è un orologio che va piano
               ma lui chissà quanto si sente solo
               vorrei che fosse già passato tutto
               che mano nella mano
               percorressimo ancora tanta vita
               che finisse al più presto questa prova
               che ci tiene lontani
               a volte disperati, a volte soli
               ma guarirò, per abbracciarlo ancora.

Una fila ininterrotta di forze motrici con le ruote enormi occupa la prima corsia.
Non riesco a trovare spazio per muovermi velocemente, farebbero tutti meglio a scansarsi, perché sto correndo sulla corsia di emergenza.
Con la fede nella mia piccola utilitaria sto gridando il tuo nome nel freddo solitario mattino di marzo, sento il motore che romba.
Beh, io non sono proprio un eroe, tutto quello che posso fare è tirare il collo a questi sporchi cavalli, con la speranza di arrivare in qualche modo senza fare danni.
Mi manca l’aria, abbasso il finestrino.

               Sta correndo, lo so, starà sperando
               che nessuno gli ostacoli il sorpasso.
               Forse vorrebbe avere tra le mani
               la cloche d’una Ferrari
               o meglio ancora due potenti ali.
               Ma giungerà per tempo
               con lacrime nascoste nel sorriso.
               Gli dirò ch’è l’eroe della mia storia
               il dono più prezioso della vita.

Ti guardo nel portafoto di metallo. Sei così bella che mi perdo tra le ultime luci della notte.
Fuori la strada è in fiamme in un vero valzer di morte.
Freccia a destra, la sbarra mi apre le porte della città. Respiro veleno, rialzo il vetro.
Fermo la musica, non sono nato per correre.

di libri e d’altro

Uno.
Racconti a quattro mani, ho fatto poco tam tam, quest’anno. Diciassette, forse sedici coppie (la scadenza è fine luglio). Domenica posto il primo racconto.

Due.
Un mese fa, a Cortona, ripreso a fumare la pipa, solo pipa, quindi, e niente più sigarette.  Ho dodici, tredici pipe. Ognuna di loro è legata a un ricordo, un periodo della mia vita. Tutte meno una: della più vecchia, che avrò preso quando avrò avuto poco più di vent’anni, non ricordo nulla, buio completo. Ho il terrore del non ricordare. Nei giorni scorsi ho continuato a chiedermi ma come si chiama quello scrittore…? Poi mi sono arreso. Era Rigoni Ster.
Tornando alle pipe. Ne ho fatta aggiustare una. E chi ho fatto pure un post.

Tre.
Sulla prima pagina del mio giornale, oggi, ho messo una fotografia e qualcuno, anche un mio giornalista anche un mio collaboratore, ha storto il naso. La foto mostra il sedere di una novantenne con piaghe da decubito. La foto ci è stata consegnata dalla figlia della donna, per un articolo denuncia contro una struttura per anziani. Anni fa non credo avrebbe fatto scalpore questa foto. Anni fa faceva scalpore un arresto per concussione. Oggi no.

Quattro.
Ad aogosto devo leggere un racconto inedito e un manoscritto di altri. Poi, oggi mi son comperato: Dove nessuno ti troverà, di Alicia Gimenéz-Bartlet; Il tempo delle donne, di Elena Cizova; La stella di Ratner, di Don Delillo; La grande sera di Pontiggia (era usato, in offerta a 2,90).Vorrei iniziare stesera – sarei indeciso tra Elena Cizova e Delillo – ma stesera sono impegnato con fonti storiche e giornalistiche sugli scioperi delle mondine del 1906; poi devo scrivere un racconto, per un’antologia, ho pochissimi giorni di tempo. Se avrò però tempo mi metterò a rileggere, come ho fatto ieri sera e l’altro ieri sera, Agota Ktistof. Mi piace leggerla al rallentatore, lentamente. Come si fa con il miglior vino. Leggendo la Trilogia non mi ero reso conto di quanto potente fosse la sua scrittura.

Cinque.
Ho appena finito l’editing di Vicolo del precipizio, che esce il 9 novembre. Il mio editor è stato Antonio Paolacci, direttore di Perdisa Pop. Ho lavorato bene con lui, Paolacci è scrupoloso come un chimico, schietto, ma rispettoso delle scelte altrui. Io mi son trovato bene con lui, lui non so se si è trovato bene con me. Perché è stato come lavorare con due editor: Paolacci e i miei continui ripensamenti. Un libro andrebbe riscritto 1000 volte. Per poi rendersi conto che magari erano meglio le prime stesture.Un libro è come un castello di sabbia. Basta poco per abbellirlo. Basta un niente per farlo crollare…

17, 1 e 4mani

Racconti a quattro mani: per ora ci sono 17 coppie iscritte e un racconto.
Lo posterò quando ne arriveranno almeno altri due, così da consentire i commenti solo per un paio di giorni per ogni racconto.

Terminato oggi l’editing di Vicolo del precipizio, il mio sesto romanzo che esce i primi giorni di novembre. Me lo pubblica Perdisa, ed è la prima volta che io esco con due libri (Bastardo posto e Vicolo del precipizio) con lo stesso editore.

la precisazione

Enrico Gregori mi scrive una mail, inseriscila nei commenti, mi ha scritto.
Preferisco postarla qui
(grazie Enrico)

E’ la prima volta che mi viene chiesto di giudicare uno scritto. In realtà
lo faccio quotidianamente e automaticamente per mestiere in quanto
caposervizio del Messaggero. Ma qui è diverso. Soprattutto lo spirito
della cosa, per quanto mi riguarda. L’invito a far parte delle giuria l’ho
preso come se Remo mi avesse invitato a prendere un caffè. Non credo di
avere titoli particolari per poter giudicare un racconto. Rimane, in
fondo, un fatto di gusti. Lo farò, dunque, per gioco. Ma anche il gioco
deve essere intelligente e avere delle regole. Alcune le ha date Remo e
riguardano tutti. Alcune me le dò da solo e riguardano me.
Non commenterò mai i racconti nel corso della pubblicazione. Mi limiterò a
mandare a Remo la mia graduatoria alla fine della rassegna.
Se, per caso, leggerò interventi sopra le righe, attacchi personali (a
chiunque), polemiche accidiose et similia, comunicherò a Remo la mia
uscita dalla giuria. Credo che tutto quel panorama di nefandezze
costituisca il veleno (per esempio) di un Premio Strega o di un Campiello.
Trovo che, almeno in questa sede, ci si debba risparmiare atteggiamenti
tipici del peggiore dei talk show.
Mi rimane oscuro (ma in matematica andavo male) il motivo per il quale il
voto dei giurati debba valere il doppio di quello degli altri votanti. Che
valga il doppio, il triplo, o il quadruplo, la classifica non cambia…
credo.
Ciò detto, buona scrittura a tutti.

Enrico Gregori

Saremmo a diciassette

A 4 mani, il punto sui partecipanti

1 – Morena Fanti e Marco Freccero
2 – Sandra Mazzinghi e Fabrizio Tummolillo
3 – Cristina Bove e Fauso Marchetti
4 – Anna Costalonga e Lucia Tosi
5 – Giulia Meli e Lasaramandra
6
– E.l.e.n.a e Ivano Porpora
  Silvia Ancordi e Rita Zaghi
8 – Annalisa Ferrari e Donatella Righi
9 – Maria Lucia Riccioli e Mavie Parisi
10 – Gloria Gerecht e Francesca Ramacciotti
11 – Gloria Gerecht e Daniela Penzavalle
12 – Francesca E. Magni e Andrea Blasina
13 – Marco Crestani e Paola Mattiazzo
14 – Cristina Vezzoli e Carlo Rossi
15 – Cristina Vezzoli e Martina Marini
16 – Irene De Sanctis e Mario Bianco
17 – Roberta Bianchin e Luca Briante

Partecipanti singoli in attesa di socio

1 – Cristina Pasqua (e…)
2 – MariaGiovanna Luini (e…)

Si chiudessero oggi le iscrizioni chiederei a Cristina Pasqua e MariaGiovanna Luini di scrivere un racconto a 4 mani, e avremmo diciassette coppie.

Le iscrizioni scadono a fine mese.

Aggiornamento sui Racconti a 4 mani

Scusate, ma son preso da cose varie.  Allora, scadenza adesioni Racconti a 4 mani: fine mese. Scadenza invio racconti: 15 agosto.
I racconti, anonimi, li posterò appena potrò.
Il tema è libero, massimo 6mila battute (spazi compresi).
Inviateli pure al mio indirizzo di posta elettronica bassini.remo chiocciola gmail.com.
Quando li inviate, alla fine, e sempre nello stesso documento, inserite alcune note biografiche su di voi.
Fine agosto o inizio di settembre si vota.
Si voterà nell’arco di due giorni, un venerdì e un sabato.
In questo modo: 6 voti al primo, 5 al secondo, 4 al terzo, 3 al quarto, 2 al quinto, 1 al sesto.
Tutti i partecipanti possono e sono invitati a votare, qui, nei commenti, firmandosi.
Modalità di voto: si vota per i primi sei racconti, non verrà ritenuto valido un voto dato per esempio solo ai primi due.
Chi vuole può non votare.
Oltre ai partecipanti-votanti stavolta c’è una giuria, composta da Stefania Mola, Enrico Gregori (che hanno già accettato) ed altri, come la signora T, Monia, Zena, Aitan, Barbara Garlaschelli e altri (che devo ancora contattare).
I voti dei giurati varranno doppio: 12 al primo, 10 al secondo, eccetera.
Chi voterà in ogni caso non conoscerà gli autori dei racconti (per questo io non voto).
Alla fine verrà realizzato un e-book, dove i primi sei racconti saranno impaginati per primi (e nella pre o posta fazione verrà precisato, questo). Dal settimo racconto in poi l’impaginazione sarà causuale.
Quando posterò i racconti anomini, via via che arriveranno e che avrò tempo di postarli (a volte non avrò la connessione), inserirò l’opzione “commenti in moderazione”.
Cestinerò commenti offensivi.
Non posterò commenti anonimi.

Il punto sui partecipanti.

1 – Morena Fanti e Marco Freccero
2 – Sandra Mazzinghi e Fabrizio Tummolillo
3 – Cristina Bove e Fauso Marchetti
4 – Anna Costalonga e Lucia Tosi
5 – Giulia Meli e Lasaramandra
6
– E.l.e.n.a e Ivano Porpora
  Silvia Ancordi e Rita Zaghi
8 – Annalisa Ferrari e Donatella Righi
9 – Maria Lucia Riccioli e Mavie Parisi
10 – Gloria Gerecht e Francesca Ramacciotti
11 – Gloria Gerecht e Daniela Penzavalle
12 – Francesca E. Magni e Andrea Blasina
13 – Marco Crestani e Paola Mattiazzo
14 – Cristina Vezzoli e Carlo Rossi
15 – Cristina Vezzoli e Martina Marini
16 – Irene De Sanctis e Mario Bianco

Partecipanti singoli in attesa di socio

1 – Cristina Pasqua (e…)
2 – MariaGiovanna Luini (e…)

e buona giornata

A 4 mani, il punto sui partecipanti

Le coppie che partecipano:

1 – Morena Fanti e Marco Freccero
2 – Sandra Mazzinghi e Fabrizio Tummolillo
3 – Cristina Bove e Fauso Marchetti
4 – Anna Costalonga e Lucia Tosi
5 – Giulia Meli e Larasamandra
6
– E.l.e.n.a e Ivano Porpora
  Silvia Ancordi e Rita Zaghi
8 – Annalisa Ferrari e Donatella Righi
9 – Maria Lucia Riccioli e Mavie Parisi

Partecipanti singoli in attesa di socio


1 – Daniela Penzavalle
2 – Cristina Vezzoli
3 – Cristina Pasqua (e…)
4 – MariaGiovanna Luini (e…)
5 – Irene De Sanctis

Ed eventualmente Remo Bassini

Racconti a 4 mani, così è per ora

Le coppie che partecipano:

1 – Morena Fanti e Marco Freccero
2 – Sandra Mazzinghi e Fabrizio Tummolillo
3 – Cristina Bove e Fauso Marchetti
4 – Anna Costalonga e Lucia Tosi
5 – Giulia Meli e Larasamandra

Partecipanti singoli in attesa di socio

1 – E.l.e.n.a (e…)
2 – Daniela Penzavalle (e…)
3 – Cristina Vezzoli (e…)
4 – Remo Bassini (e…)
5 – Silvia Ancordi (e…)
6 – Cristina Pasqua (e…)
7 – MariaGiovanna Luini (e…)
8 – Irene De Sanctis

Io parteciperò solo se un partecipante resterà senza socio. In ogni caso io non avrò diritto di voto. Avranno invece diritto di voto Monia (che mi darà una mano nel postare quando i racconti saranno anonimi, e quindi non conoscerà gli autori, e la signora T, che invece curerà l’ebook), e poi (se accettano e se leggeranno tutti i racconti) Stefania Mola, Lucia Saetta, Aitan, Laura Costantini, Barbara Garlaschelli, Enrico Gregori, Colfavoredellenebbie (che son sicuro dirà di no) e altri che deciderò e comunicherò.

guccini in cassetta

Guccini, in pratica, non lo ascolto più; magari ricorro a youtube, perché le vecchia canzoni di Guccini io le ho, ma in cassetta, che oggi dire “in cassetta” fa quasi effetto, o si hanno i cd o niente.
La prima prima canzone di Guccini di cui mi innammorai è Incontro.
Penso che la mia preferita sia La canzone della bambina portoghese.
Questa (per me) è una delle migliori.
(E poi sono in debito con Guccini, che il titolo al mio ultimo libro lo ha suggerito lui; oddio, Piccola città bastardo posto non è tra le mie preferite)