Nel piccolo camposanto vicino alla Madonna del Calcinaio, leggo vecchie lapidi del 1800 e del 1900, si scriveva tanto, allora. Prima o poi verrà tutto rimosso, Maria, donna proba che dopo la tragica morte del marito spirato al fronte crebbe con amorevoli cure i due piccoli figli eccetera, ecco di Maria verrà cancellati tutto: avanti i prossimi.
Vedo una tomba coperta dalle sterpaglie. Si chiamava Liliana, era una bella donna morta giovane negli anni Sessanta. Nemmeno quarant’anni. Mi abbasso, sposto le infestanti che coprono la sua immagine, e vedo che l’immagine in bianco e nero di Liliana è diversa dalle altre, sembra abbia posato per un film o una rivista: sorride, e il capo è eccessivamente reclinato all’indietro per essere una foto seria ma va bene, dico io, va bene così, a Liliana, ne son convinto, piaceva e sarebbe piaciuta, ché non sembra la foto di una morta. E’ la foto di una donna che guarda gli uccelli del cielo, e pensa che la vita corre in fretta, quindi.
Che bello, sembra in nuce già una storia.
Mi sono soffermato più volte tra le lapidi vecchie del nostro piccolo cimitero, incantato dalle foto e dalle scritte sulle pietre ad immaginare e inventare storie. Quella che da ragazzetto mi affascinava di più era quella di una bellissima ragazza nella foto color seppia : Rapita all’eta di 18 anni nello splendore della giovinezza. Gran confusione per quel verbo, non avevo capito , ero convinto che l’avessero portata via e poi uccisa. Mia zia successivamente mi spiegò che la ragazza era morta improvvisamente per un banale incidente.