lei, alla stazione

La conosco da trent’anni. Pure lei mi conosce da trent’anni ma appena vede che sto per salutarla guarda altrove.
Lo so io perché: odia gli uomini. Ci va a letto, si fa pagare, ma li detesta.
Stamattina però mi ha visto al bar della stazione, ero insieme al piccolo Federico Libero. Io, dopo aver bevuto un caffè, tentavo di scartare un ciupa ciupa (o Chupa Chups) alla vaniglia. Son balordi i ciupa ciupa da scartare, Federico Libero vedendo che perdevo tempo ha cominciato a battere i piedi, io, per cercare di rabbonirlo, gli ho detto, Dai, conta fino a dieci, e lui ha cominciato, uno, due, tre… poi però dal quattro al dieci si mette a correre con la lingua sicché gli ho detto, Riconta un’altra volta, alle mie spalle, intanto, ho sentito una voce, era lei.
Sei un bambino terribile, ha detto, richiamando l’attenzione di Federico Libero, che le ha detto, Ciao. Io, nel frattempo avevo scartato il ciupa ciupa, evviva.
E’ un bambino tremendo, mi ha detto, sorridendomi.
Chissà se si ricorda?
Trent’anni fa, un mattino, rincasando, chiamò i carabinieri. C’era un suo dirimpettaio, buon padre di famiglia, un uomo retto e tutto d’un pezzo, che, dal balcone, in piedi su una sedia, si masturbava guardandola, e lei non aveva tende.
Io, che facevo il portiere di notte in un albergo vicino a dove lei viveva, seppi dell’accaduto dai carabinieri.
E’ una puttana, ma tosta.
Sembrava, stamattina alla stazione, una signora che attende il marito, senza fretta. Una signora ancora bella. Non so se ricorda quel mattino. Chissà chi aspettava.
Teno, teno, mi ha detto Federico Libero.
Già, stava per arrivare un regionale.
Il treno da Triste, direzione Torino, era in ritardo di 110 minuti. C’è fretta e c’è tempo da ammazzare, che vanno a braccetto, nelle stazioni.

6 pensieri su “lei, alla stazione

  1. ho l’impressione che non detesti gli uomini, o almeno non quelli che la guardano con occhi di chi sa scartare un ciupa ciupa in dieci secondi (io li vendo e credimi non ci sono mai riuscito, ci provavo perfino coi denti ma poi i miei figli me li toglievano dalle mani impazienti:- dai qua papi che hai le mai troppo grosse).
    Forse c’è un errore ma mi piace tanto il treno Triste.

  2. “fretta … e … tempo da ammazzare, … vanno a braccetto, nelle stazioni.”– questa e’ una bellissima metafora per descrivere l’ambiente/natura ambivalente della stazione. Lo stesso si potrebbe dire di questa donna: per chi non la conosce, ora ” e’ ” una bella donna che probabilmente aspetta il marit. Allo stesso tempo, per chi la conosce meglio, una donna –in molti versi e per molti– non bella e che probabilmente aspetta piu’ di un uomo. Contradizione: e’ questa la natura di tutte le cose.

  3. c’è fretta e c’è tempo da ammazzare, che vanno a braccetto, nelle stazioni… Wow… anzi UAU come il ciupa ciupa! =)

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...