Quando gli occhi accarezzano, ma per davvero

Ritorno alle origini. Sono arrugginito, ma ho intenzione di rimettermi a scrivere pezzi di cronaca: bianca, politica, sport. Per adesso lo faccio in un giornale che è ancora in fase di allestimento.

Avevo quanti, trent’anni?, quando mi mandarono in una casa di risposo; dovevo raccontare la festa per i centocinque anni di una signora.
Non la presi bene bene. Avrei voluto fare il “giro di nera” con un mio collega, oppure andare a vedere un allenamento della Pro Vercelli, ma tant’è: quando inizi, pur di restare, vai anche a comprare le sigarette al caporedattore.

Appena entrato, non trovai nessuno, quindi mi misi a cercare dove fossero festa e festeggiata. Vidi una vecchietta, le chiesi. Mi disse che mi avrebbe accompagnato lei, e che lo sapeva bene, lei, dov’era la festa. E’ mia mamma che compie gli anni, mi spiegò, con la faccia rabbuiata, aggiungendo, in dialetto vercellese, “la sta semp ben”, sta sempre bene. Tra le dueì, lo capii poi, non correva buon sangue.
La centocinquenne, appena mi vide mi indicò una sedia, accanto a lei. Ci mancava pure questa, pensai, la vecchietta, però, appena mi accomodai mi fece ridere: “a mi am piasu i giovni”, a me piacciono i giovani, mi disse facendomi l’occhiolino.
E poi, sollecitata, dai parenti, “racconta, racconta nonna” mi disse della sua vita da mondina, dei suoi due mariti fino ad arrivare alla casa di riposo. “Sto bene qui, ieri sera ho mangiato peperoni e acciughe”.
Accanto a lei c’era un infermiere, un omone con la barba. Ogni tanto l’accarezzava. La festa fu veloce. Alla fine l’infermiere mi venne vicino e mi disse: “La sera quando la metto a letto mi dice, ma perché non muio? Sono stanca”.
La guardai, capii che mi piaceva guardarla e, soprattutto, mi piaceva guardare come lei guardava il mondo accanto a sé. Con dolcezza e disincanto?
(Nel pezzo che scrissi, scrissi tutto, omettendo solo la frase sulla morte e quel che pensai dei suoi occhi).
Non la rividi più.
Morì alcuni anni dopo, tre, quattro, non ricordo. Ma ripenso spesso ai suo occhi. Erano sereni e dolci. Credo sia vissuta e sia morta bene, grazie ai suoi occhi. La frase “accarezzare con lo sguardo” è inflazionata, solo alcuni – pochi – hanno questo dono.

 

 

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