La parole di Enrico Gregori

«non vorrei sembrare saccente né invadente. ma un post, una parola, un pensiero, una bestemmia, una cazzo qualunque sulla morte di agota kristof, no? scusami remo per l’irruenza, ma in questo paese c’è chi lacrima se la Avallone arriva seconda allo Strega e a nessuno frega una minchia se è morta una scrittrice imprescindibile. E che cazzo».

Le parole di Enrico Gregori erano così: dirette come un treno. Quello che avete letto lo scrisse (luglio 2011) in un commento, in questo blog.

Se n’è andato, mi manca e mi mancherà.
Ieri su facebook ho scritto, quando ho saputo della sua morte, che ora, per me, Roma non è più la stessa. Confermo. Poi ho cercato altre parole di Enrico, su questo blog. Eccone alcune.

Ciao Enrico, ciao amico mio. Un abbraccio

15 novembre 2009

ci ho passato anni nei pronto soccorso, di notte, per raccontare sul giornale il giorno dopo quello che accadeva. sembra strano dirlo ora. ma ai tempi persino Roma era una città dove raccontare di un ragazzino salvato per miracolo da un attacco d’asma, interessava e faceva notizia. a parer mio la farebbe ancora, sapendo raccontare e non scrivere pisciandosi addosso. basta eliminare tutto ciò che è demagogico e banale.
ricordo una notte al san giovanni. non accadeva nulla se non qualche ubriaco o qualche prostituta menata dal pappone. poi arriva little tony con una crisi cardiaca. “scriverò – mi dissi – e se qualcuno titolerà il mio pezzo mettendoci dentro cuore matto, gli spacco il culo”.

12 ottobre 2009

forse hemingway era il campione mondiale delle ripetizioni e direi che come esempio basta e avanza. la mia personalissima opinione è che le parole siano un po’ come le note musicali. se in una “frase” musicale ci sta 6 volte un “La minore” non mi pare un fatto rilevante, se la frase musicale ha armonia e melodia.
Più o meno questo vale anche per lo scritto.

2 novembre 2009

io un biglietto dell’autobus dovrei cercarlo nell’odissea. è dal ginnasio che non salgo su un mezzo pubblico

ne ho scelti alcuni, prendendoli dalle prime due pagine di commenti; ce ne sono altre ventisei di pagine con parole che Enrico mi regalò…

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