Ho appena riletto una vecchia intervista, che rilasciai nel 2010.
A marzo del prossimo anno dovrebbe uscire un mio nuovo libro. La donna di picche. Un giallo. Il mio dodicesimo libro. Un libro a cui tengo molto, per tanti ragioni. Perché penso sia il mio miglior giallo, non ci dormivo la notte nel pensare e ripensare alla trama, perché alla protonista, La donna di picche, io, anche se non esiste, voglio un gran bene.
E quindi, certo, non vedo l’ora che esca, che venga letto.
Ma non è come pensavo barra sognavo da ragazzo.
I libri, oggi, “resistono” poco. Quanto ne restaranno di questi anni?
Nel 2006 dopo aver presentato un mio libro fui avvincinato da un signore, avrà avuto una decina d’anni più di me. Aveva lavorato in una casa editrice, quindi conosceva i meccanismi del mondo editoriale e che, anche per i libri, siamo in piena epoca di “usa e getta”. Eppure quel signore mi disse: Vorrei tanto scrivere un libro, ci terrei tantissimo.
Ci penso spesso a quell’uomo e alle sue parole. So che non ha pubblicato nessun libro (non so se ne aveva una nel cassetto). Anche se io non sogno più, a sognare si fa sempre bene. Che forse, alla fin fine, sono i sogni e i ricordi le cose più belle della vita.