Ho sempre fumato.
Prima sigaretta a 12 anni. Era una windsor. Al fiume Sesia, di nascosto. Una windosr, poi un’altra. La sera mi addormentai ripensando al gusto di quella sigaretta.
Poi ho continuato a fumare qualche sigaretta. Notte prima degli esami (diploma), nei miei sette anni di fabbrica. Ms, a volte Marlboro, spesso sigarette senza filtro. Ma anche alcune boccate di una pipa, trovata in un cassetto all’oratorio.
Poi succede che mi iscrivo all’università, anno scolastico 1982-83. Mattino a Torino, facoltà di Lettere, pomeriggio a Vercelli, fabbrica. La notte per studiare. Imparo così a dormire poco, pochissimo. Quattro ore di sonno. Ma stare sveglio dalle 23 alle 3 di notte è dura: per farlo ho degli alleati: una caffettiera da tre, uno o due pacchetti di patatine Fonzies, la mia gatta Lilli che ogni tanto mi saltava in braccio, le sigarette. Cominciai a contare quante ne fumavo. La media era 28.
La faccio breve ora.
Non era solo una questione di stare svegli la notte. Fumare mi piaceva e mi piace, fumare fa male. Soprattutto se le Marlboro sono 40. Così ogni tanto passavo ai sigari, o alla pipa. Il fumo del sigaro, già.
Ricordo una delle tante volte che avevo smesso. Era una domenica mattina, passeggiavo da solo per Vercelli. A un tratto mi domandai: perché sto facendo questa strada? Dove sto andando? La riposta: stavo seguendo un uomo che fumava un sigaro toscano. Inseguivo il fumo, non lui.
Ho sempre fumato, a volte ho smesso, da anni fumo la pipa, incessantemente, dal primo caffé fino alle 3 di notte, prima di andare a dormire. Fumo tanto quando sono teso, fumo ancor di più quando scrivo.
La pipa è diventata parte di me. La prima parola che ha pronunciato mio figlio Cico non è stata né mamma né papà, ma pipa.
E comunque. Giorni addietro colgo dei segnali che non mi piacciono, provo a ridurre, solo qualche pipata al giorno. Va meglio. Ma ridurre la pipa è un casino…
Mi torna così in mente il papà di una mia amica, tabagista. Per diminuire andò dallo psicologo, si fece ipnotizzare. Risultato: da 40 e più cominciò a fumare 5 sigarette al giorno, a orari precisi.
Da giorni sto facendo così anche io. Autoipnosi (un esercizio imparato anni fa) e sette sigarette. Sette merit. Due al mattino, due al pomeriggio, tre per la sera o notte, per la scrittura insomma.
Anche mio nonno, che è morto a 89 anni, fumava incessantemente: sigari (al contrario) e la pipa. Fumava o davanti al camino o sull’aia. Credo che fumasse un tabacco diverso, però… Un po’ come il latte, che era diverso anni fa: niente antibiotici, niente estrogeni.
Discorso lungo, questo.