come farsi leggere dagli editori

Pensate di aver scritto un buon libro e vorreste proporlo all’editoria, affinché venga almeno letto?
Qualcuno vi dirà: rinuncia, le case editrici pubblicano solo i raccomandati.
La case editrici pubblicano i raccomandati?
Rispondo dopo.
Torno a chi ha un manoscritto da proporre.
Ha due avversari:
– le case editrici, se invii un manoscritto pensano “che palle” un altro che si crede Joyce o Camilleri.
– un esercito di aspiranti scrittori che intasano le case editrici con proposte editoriali che possono essere valide, ma che a volte sono boiate stratosferiche.
perché se è vero che io ho letto dei manoscritti che sono stati bocciati e che io non capisco perché siano stati bocciati, è altrettanto vero che tante gente scrive pensando di essere un “artista” e invece ha delle lacune da scuola dell’obbligo. Gente, soprattutto, che non legge.
Allora Sandrone Dazieri nel suo blog dà queste indicazioni agli aspiranti scrittori.
Ecco il suo decalogo.
Penso che sia il decalogo per chi aspira a pubblicare per Mondadori o case editrici grandi e grandissime.
Perché ci son tante varianti, ogni casa editrice, insomma, fa storia a sé.
Chi non legge il manoscritto, chi legge solo la sinossi, chi legge, chi accetta anche il formato elettronico, chi dice di non spedire quando c’è la fiera di Francoforte.
Ma soprattutto nel decalogo manca una verità: volete essere letti con un minimo di attenzione? Bene, potete spedire e sperare, ma se volete avere qualche possibilità in più dovete essere segnalati da qualcuno.
A me non è successo.
Spedii a Mursia, spedii a Fernandel, che mi pubblicarono. La NewtonCompton, invece, fu lei a contattarmi: abbiamo letto che stai scrivendo un libro, ci interesserebbe pubblicarlo, ci puoi mandare una sinossie un capitolo?
(Questa è la storia della pubblicazione de La donna che parlava con i morti).
Sta di fatto che in questi anni oltre a scrivere e lavorare, ovvio, io abbia letto anche dei manoscritti. E li abbia segnalati a qualche editore che io conosco.
Se a un manoscritto si dà un’occhiata, quando va bene, a un manoscritto “segnalato” se ne danno due.
E’ cosa questa che non si dice perché poi capita quello che già capita alle case editrici: l’intasamento di proposte.
Scrittori ed editor sono perseguitati dalle richieste di persone che vorrebbero un giudizio e, magari, anche essere segnalati.
Spesso succede che i più rompicoglioni e i più testardi riescano a farsi prendere in considerazione.
Ergo: la timidezza, o il restare nel proprio cantuccio non paga.
Prendiamo però il caso Saviano.
Un aspirante scrittore che viene letto e poi pubblicato (lasciamo perdere che sia diventato un caso) da Mondadori.
Come ha fatto Saviano a essere preso in considerazione de Mondadori? Sparo, ora, una supposizione: grazie a Nazione Indiana.
Ma non perché era ed è uno degli autori di Nazione Indiana: semplicemente perché scriveva cose di un certo interesse e le scriveva bene.
Ripeto, questa è una mia supposizione.
Come ha fatto De Carlo a essere pubblicato? Narra la leggenda o forse è verità che sia andato a casa di Calvino con il manoscritto di quello che è diventato il suo primo libro.
E poi. Non dimenticherò mai un’intervista letta in rete. Domanda a uno scrittore: come sei arrivato alla pubblicazione? Risposta: Non ci crederai, ma è semplicemente successo che mia madre un giorno ha incontrato il tal editore, che è un suo conoscente, e gli ha dato il mio manoscritto.
C’è quindi anche la strada… della mamma, insomma.
Quindi.
Va bene spedire il proprio manoscritto e accendere un cero se si è credenti, va meglio se si spedisce con annessa segnalazione.
Le case editrici son come vigili pigri.
Gestiscono male quindi gli ingorghi dei manoscritti.
Per passare ci vuole una sirena, un lasciapassare, qualcosa.
Ma magari mi sbaglio.