Com’era verde la mia valle

Sulla rivista “Le scienze” leggo un articolo che s’intitola “La paura della modernità”.
Ricorda, l’articolista (Enrico Bellone) il Rinascimento: anche allora, come oggi, c’eran quelli che avevano paura del nuovo che avanza.
Paura delle nuove terorie filosofiche, paura delle terorie di Galilei.
Un po’ come oggi, no? Oggi c’è chi, scigaurato, teme gli ogm e il nucleare, benedetto da Obama, pure.
Allora. Sicuramente, ne prendo atto, io non sono moderno.
Però ho la memoria buona: quando ero piccolo andavo a fare il bagno al fiume Sesia, ora inquinato dal nuovo che è avanzato e che nessuno ha fermato. Ora ci va nessuno a fare il bagno, e quel fiume è diventato una discarica.
E quel che è peggio è che anche nell’aria sta avanzando il nuovo, e noi lo stiamo respirando: a pieni polmoni.
PS. (Poi magari Obama avrà anche ragione, il nucleare è una forma di energia pulita, dice lui. Però nella città dove sorgeva la centrale nucleare, Trino Vercellese, le percentuali dei tumori, specie delle leucemie, è molto pià alta rispetto al resto del territorio. E ora, il nuovo che avanza, ne vuole realizzare un’altra).