Le porte del mondo non sanno
che fuori la pioggia le cerca.
Le cerca. Le cerca. Paziente
si perde, ritorna. La luce
non sa della pioggia. La pioggia
non sa della luce. Le porte,
le porte del mondo son chiuse:
serrate alla pioggia,
serrate alla luce.
Sandro Penna
Io lascio una traccia solo per augurarti Buon Compleanno, Remo.
Un abbraccio
Paola
hai ragione, anfiosso…non è necessario lasciare una traccia a tutti i costi…:-)
grazie.
A me le domande dopo la poesia fanno venire in mente uno che voglia a tutti i costi che gli si spieghi la barzelletta. {C’è una tal Lisa Corva che pubblica dei commenti imbecillissimi in calce a poesie, che non capisce regolarmente mai, su City, il fogliaccio gratuito: come NON lèggere una poesia. Ecco, quella è la sintesi dell’idiozia blogghereccia}. Che poi non è mica un problema, non l’ordina il medico di sorbirsi quello che non piace. Altro è dover lasciarne a tutt’i costi una traccia. A me quelli che lasciano tracce della propria sordità poeticomusicale dove cacchio càpita fanno venire in mente quelli che lasciano gli stronzi dei loro cani sui marciapiedi. Se li schivo, niente di male: è tutta natura. Ma se mi càpita di ficcarci un piede dentro – come succede necessariamente con gli stronzi ammollati in calce ai post – allora sì che glieli farei mangiare, ai padroni!
La luce
non sa della pioggia. La pioggia
non sa della luce.
sono incantato da queste parole.
io comunque credo che penna vada “sentito”.
ed è un sentire che a volte fa male.
p.s.: nel senso che tutta quella musica mi fa dimenticare le parole e mi trasporta via.
Io ci ho sentito solo la musica (come in molte poesie di Penna)
Un mondo buio, arido, i battenti sbarrati.
Su cosa?