Fa freddo e c’è la nebbia. E il cane non fa la cacca: meglio, c’è poca luce e per raccoglierla dovrei abbassarmi troppo.
Mi viene in mente un possibile titolo di un libro, ché mi piace o inventarne nuovi oppure storpiarne di vecchi, poer l’appunto: A piedi nudi sul porco (argomento attuale, no?) (quando arriverò a casa google mi dirà che qualcuno ci ha già pensato: per un film a luci rosse, pare).
Sono invitato a cena da gente simpatica: ho declinato.
Meglio andare a spasso col cane: non mi chiede come va, almeno.
Mi viene in mente una storia, mentre passeggiamo tra la nebbia, io e Toby.
Mentre passeggiavo tra la nebbia a un tratto ho rivisto Maria, ha frenato quando mi ha visto, mi ha fissato, ma forse no, non era lei, sono passati vent’anni da quando ci siamo visti l’ultima volta, possibile che non sia cambiata? (eccetera) è l’incipit e la storia procede, dico tra me: quando arrivo a casa la scrivo (cosa che non accadrà) sebbene manchi il finale (poteva essere un racconto lungo).
Poi, rincasando, mi viene in mente il titolo di questi giorni miei.
Senza perdere la dignità.
Occhio a non perderla, mi dico.
Non la perderò, costi quel che costi, mi rispondo.
Bene, concludo.
Fine del monologo-dialogato.
Il cane intanto, siamo vicini a casa, mi strattona, ché sta per correre dietro a un gatto.
Coglione, gli dico, non vedi che è Mioumiou, ossia il mio nostro gatto: ogni sera, lui, esce, per rincasare verso le quattro di notte, perché sa Mioumiou che io vado a dormire a quell’ora.
Se ne accorge anche il cane che è il mio-nostro gatto, e la smette di strattonare.
C’è nebbia, lo perdono.
ma davvero il tuo cane si chiama Toby? non posso crederci, anche il primo cane che ho avuto lo chiamai così. Pace all’anima sua, era un grande. Strane coincidenze della vita. Reminiscenze disneyane!
bello, il titolo senza perdere la dignità.
forse è l’unica cosa che dobbiamo veramente tenerci stretta, la stima di sè stessi.
questo titolo per prima cosa mi ha fatto venire in mente senza perdere la tenerezza , (la biografia del che), poi celentano, quando canta: per averti, farei di tutto, tranne perdere la stima di me stesso”
Magari voleva solo dargli un’annusatina.
Il cane, che fa la cacca dove e quando vuole e per questo vive sereno e in pace con il mondo, ha solo in mente di giocare.
Le persone invece è viceversa, loro fanno finta di essere benevole e invece la merda finisce che te la tirano addosso.
Così, mi pare di avere intuito, nel corso degli anni.
Ciao Remo, oggi la nebbia non c’è.
Speruma.
Tanti anni fa, quando la selvaggina era quella ed era tanta, due amici bracconieri erano andati a caccia di lepri di notte. Andavano in macchina tra i prati, con i fari bisognava sparare veloce. Quella sera non trovarono lepri, poi videro scappare qualcosa, sembarava una lepre, insomma, Giovanni gli tira dentro, poi lo vanno a prendere, era un gatto e lo mettono nel sacco. Dopo qualche giorno, Teresina la moglie di Giovanni : ” ma è da qualche giorno che non vedo più il nostro gatto, è strano “. Giovanni va da Adriano l’altro bracconiere: ” senti, ce l’hai ancora quel gatto che gli ho sparato l’altra sera – porca vacca, me ne sono dimenticato in macchina, è ancora là”. Apre il sacco e lo guarda era proprio il suo gatto. A casa dalla moglie preoccupata, gli fa: ” in questa stagione, i gatti sono in amore, stanno via dei giorni “. Remo, vai avanti così, che vai bene, ciao, pier.