tra ricordi piovosi

Arriveranno, questione di ore, le grandi piogge, qui.
Dicono che saranno torrenziali, piogge mai viste, insomma, per alcuni giorni.
Forse la pioggia non mi piace per colpa di un ricordo.
Mi rivedo bambino, attaccato alla finestra.
Prego, guardando le gocce che si inseguono sul vetro.
Fa che smetta di piovere così la mamma mi fa uscire.
Poi la piogia mi ricorda Lilli, la gatta della mia laurea, dei miei trent’anni.
Se n’è andata un giorno d’inverno che pioveva, così quando io e mia figlia Sonia l’abbiamo salutata non potevamo sapere se piovevano lacrime o pioggia nei nostri volti.
La pioggia porta anche pensieri di morte.
Due ore fa, sono nel mio ufficio, al giornale. Sento una voce dire che è morto il tale, di 54 anni.
Il tale…
Ripenso a un nome lontano nel tempo, e lo rivedo: ha trent’anni, la sigaretta in bocca, lavora con me, in fabbrica. Parliamo di musica.
Chiedo, Ma è lui?
E’ lui, confermano, il tale, aveva 54 anni.
No, penso io, ne ha trenta di anni e stiamo lavorando in fabbrica, fumando e parlando di musica.
Devo dirgli che tra una settimana in libreria in ci sarà il mio nuovo libro. Sono vent’anni e più che dovevo dirgli che scrivo anche libri, dovevo dirlo a lui e agli che lavoravano con noi.
(Dite la verità? Vi sembravo strano…).
Invece si lascia che il tempo corra, così arriva la pioggia e ci si rinchiude tra le pareti dei ricordi piovosi, aspettando.