E’ morta una persona che mi era cara. Si chiamavo Pino Barale.
Un uomo semplice, buono.
Un grande fotografo.
Ho un’agenda con dentro le foto che mi ha regalato.
Un bimbo che guarda una bolla di sapone, viale Garibaldi con la neve…
E’ il 1986, e il giorno del mio trentesimo compleanno varco la soglia di quello che diventerà “il mio giornale”, La Sesia.
Allora era piccolo: due giornalisti, operati tipografici, una segretaria, pochi collaboratori.
Mi presero per correggere le bozze e per scrivere: di cultura e sport.
C’erano due fotografi. Uno, ormai vecchio, era celebre: Luciano Giachetti detto Baita aveva fotografato la Resistenza durante. Tanti altri fotografi l’avevano fotografata dopo.
E Luciano Giachetti detto Baita, che era malato, aveva detto: Pino Barale è il mio erede alla Sesia.
Ciao Pino, ricordo ancora quando salivo nella tua macchina. Mi chiedevi di farti “annusare” e “gustare” un po’ di fumo del mio toscano, ché tu avevi smesso di fumare.
Sei morto troppo presto, ma hai lasciato in chi ti ha conosciuto il ricordo di un uomo buono, semplice, di poche parole.
Che tu sia stato un grande fotografo è inutile che lo dica: il grande Baita, prima e meglio di me, lo aveva detto.