Nostalgie

Mi manca una città con i bar aperti fino a tardi, con il cinema tutti i giorni e il piccolo negozio di alimentari. E magari (anche se non ho più l’età) i campi di calcio in periferia, senza spogliatoi, con l’erbaccia oppure spelacchiati. E le trattorie…

Poi c’è una cosa che mi manca e che non ho mai vissuto: una biblioteca aperta anche di sera.

Una cosa che non mi manca è la sanità che c’era una volta. Primari con un codazzo di medici e suore, inavvicinabili. La sanità oggi fa schifo, perché funziona bene solo per chi ha i soldi (ma funziona bene anche per i politici e per i medici stessi: gente che difficilmente sentiremo lamentarsi per le liste d’attesa), però oggi, almeno, si può alzare la voce, rivolgersi a un giornale, ribellarsi insomma.

Poi, cosa più recente, mi manca il mondo dei blog, sommerso da facebook che, alla fin fine, è soprattutto un gran casino.

Mesi fa ho sentito una donna che, parlando con qualcuno al cellulare, raccontava di un brutto incidente che aveva avuto un suo parente. “L’hanno scritto anche su facebook” ha detto. Ah.

Bastonate

Quando andava ai battesimi intonava canti tristi, chi nasce infatti è destinato a soffrire, la gente però non gradiva e lui veniva bastonato. Le sue canzoni erano gioiose ai funerali, perché chi muore ha finito di soffrire, ma la gente lo cacciava, bastonandolo.

(Lo racconta Lev Trotsky in alcuni suoi libri; dice solo che è un personaggio della mitologia russa).