Ho scelto alcuni passi tratti da “Dello scrivere oscuro” di Primo Levi.
Non si dovrebbero mai imporre limiti o regole allo scrivere creativo…. a mio parere non si dovrebbe scrivere in modo oscuro, perché uno scritto ha tanto più valore, e tanta più speranza di diffusione e di perennità, quanto meglio viene compreso e quanto meno si presta ad interpretazioni equivoche.
E’ evidente che una scrittura perfettamente lucida presuppone uno scrivente totalmente consapevole, il che non corrisponde alla realtà. Siamo fatti di Io e di Es, di spirito e di carne, ed inoltre di acidi nucleici, di tradizioni, di ormoni, di esperienze e traumi remoti e prossimi; perciò siamo condannati a trascinarci dietro, dalla culla alla tomba, un Doppelganger, un fratello muto e senza volto, che pure è corresponsabile delle nostre azioni, quindi anche delle nostre pagine.
Come è noto, nessun autore capisce a fondo quello che ha scritto, e tutti gli scrittori hanno avuto modo di studiare delle cose belle e brutte che i critici hanno trovato nelle loro opere che loro non sapevano di averci messo
… la scrittura serve a comunicare, a trasmettere informazioni o sentimenti da mente a mente, da luogo a luogo, e da tempo a tempo, e chi non viene capito da nessuno non trasmette nulla, grida nel deserto.