Buon anno e buon rispetto

«Gandhi non poteva che essere indiano. È interessante vivere e vedere il villaggio indiano, cominciando dai bambini. Nel villaggio indiano, se due bimbi litigano poi sono capaci di trascorrere la notte per cercare di chiarirsi e di capire l’uno il punto di vista dell’altro.»

(Appunti presi a una lezione di sociologia di Anna Anfossi, nel lontano 1991. Ogni tanto, leggendo alcune discussioni su facebook, mi tornano in mente queste parole).

Buon anno a tutti, alla speranza, alla lotta, alla vita e, anche, alla tolleranza e al rispetto.

Babbo guadda quacqua

Ho aggiornato la mia biografia, ma l’ho fatto in fretta, senza pensarci troppo.
Eccola qua.

Poi.

Siamo bombardati da foto, oggi. Ne ho una sola dei primi due anni di vita. Ma ho due foto ricordo stampate in testa.

24 giugno 1991, la discussione della mia tesi di laurea. Si corona un sogno, qualcosa che ho voluto con tutte le mie forze, rinunciando a uscire in primavera, ad andare al cinema, imparando a dormire 4 ore. Alla discussione, con me, ci sono mia sorella Silvia e mia figlia Sonia.

Inverno 2012, giardini pubblici di Vercelli, non ricordo il mese. Sono con mio figlio, Federico Libero detto Cico. Non c’è anima viva. Sto con lui, ma la testa è altrove. Tra un’ora lui andrà dai nonni e io andrò a lavorare in redazione. Ho mille grane. Siamo vicini alla fontana. Lui mi guarda e mi dice: Babbo, guarda l’acqua (babbo, guadda quacqua). Poi lo ripete, severo. Babbo, guadda quacqua. Fu importante quella frase. S’impara, da una frase.