«Lei non sta bene, rientriamo, dovrebbe bere qualcosa di caldo.»Non le risposi, ma al suo sorriso risposi con un sorriso – era impossibile non essere contagiati dalla sua gentilezza, una gentilezza antica, vera, punto affettata. E poi successe che, senza dire una parola, ci ritrovammo a camminare, piazza Motta, l’antico Broletto, via Olina, poi indietro, ancora in piazza Motta, i portici e le ultime finestre illuminate che, presto, avrebbero ceduto alla notte.«Chissà quante storie ci sono nascoste là dentro» disse Nora, indicandomi il vecchio, imponente Albergo Orta, chiuso da anni.Vedendomi sovrappensiero aggiunse «Lei ha un peso dentro». (“La suora”)
