Questi giorni

Passo ogni giorno di qui, vedo che se anche non scrivo qualche vistatore, notturno o mattutino, comunque c’è sempre, e mi spiace non lasciare traccia.
Scrivo qualcosa, allora, di questi giorni.


Primo pensiero. Il fatto che mio figlio (13 anni tra pochi giorni, seconda media) mi chieda di interrogarlo sulle cose che deve studiare ha fatto sì che ieri mi sono messo a studiare il sistema immunitario: interessantissimo. Legato e collegato al tema vaccinazioni, alla vitamina D eccetera eccetera. Ne abbiamo parlato per mesi e mesi e mesi del sistema immunitario. Io ,lo ammetto, senza saperne una cippa, o quasi.
Sapevo solo questo, sapevo. Più ce l’hai malmesso e più sei soggetto a malanni (covid, eventi avversi).

Secondo pensiero. Ho appena scritto l’ennesimo incipit di un libro, per ora mi piace (parlo dell’incipit) tra due giorni chissà. È un libro svogliato, questo. Una via di mezzo tra due vecchi libri (Il bar delle voci rubate e Bastardo posto) con tanti elementi autobiografici e tanta nostalgia per un mondo – il mio mondo – che se ne sta andando.
Ho nostalgia di certe sere passate a scrivere “cose” battendo come un forsennato i tasti di una Olivetti, ascoltando la radio. Poi magari a mezzanotte uscivo a spasso per una mezzoretta tra vie e vicoli deserti, ma a volte no, a volte andavo in qualche birreria per un panino e una coca e via…
E mi è venuta in mente una cosa, ora ora, scrivendo.
Di una sera trascorsa in birreria, una grande birreria. Era un venerdì, c’era gente, c’erano tante persone che conoscevo. A un certo punto sono uscito, avevo bisogno di aria e di silenzio, così ho camminato verso il fiume, senza sapere dove stessi andando. Era buio, buio pesto. Camminando, sento una strana sensazione ai piedi: ero finito in una risaia, con poca acqua però.
Tornai a casa, dalla mia Olivetti, per raccontarle cosa m’era accaduto (e poi gettare via, quanto avevo scritto).
Ora, cose così, si scrivono su facebook, e non mi piace, non mi piace.
Torno al libro che sto scrivendo. Non mi piace l’idea di inviarlo, una volta ultimato, a editori vari.Vedrò. Per ora scrivo perché ne sento il bisogno.
E comunque.
Non so se avrò tempo per questo romanzo nei prossimi mesi. Terrò un corso di scrittura e uno di giornalismo, pare. Quello di scrittura è definito, quello di giornalismo no.

Scusate se non correggo e se ci sono refusi, ma devo portare a spasso il cane, bere il secondo caffè, poi tornare davanti al mac e lavorare per la mia testata (Infovercelli24) per un paio d’ore.
Oggi pomeriggio studierà con mio figlio il Dolce stil Novo e altro, stasera guarderò una o due puntate di una serie, perché sarò troppo stanco per leggere o scrivere.
Scrivo poco e leggiucchio qualcosa, in questi giorni freddi di gennaio. Mese che non sopporto. Marzo-aprile-maggio-giugno vi aspetto.

Buone cose a chi passa di qui.