Vita di redazione.
Chiedono di essere ricevute da me, sono giovani, timide, gli abiti lisi.
Vorrebbero che il giornale si occupasse del loro caso: stanno per essere sfrattate, questione di giorni, e non sanno dove andranno a vivere.
Poi mi raccontano un po’ della loro vita, del padre che ha perso il lavoro, dei debiti, della mamma che è morta.
Va bene, dico, uscirà un articolo.
Senza il nostro nome?, domandano.
Senza il vostro nome e cognome, dico.
Prima di andare, ormai sono in piedi, la sorella più grande dice alla minore: Ti va di fargliela leggere?
A testa bassa, vergognosa, la ragazzina, fa le medie ha tredici anni, me la porge (e mentre me la porge la sorella più grande, un po’ agitata, mi dice: L’ho trovata io, tra i suoi libri).
Dopo averla letta sono io che faccio una proposta: Posso pubblicarla, naturalmente senza il vostro nome?
Senza il tuo di nome, aggiungo, guardando la più giovane.
E’ una lettera che lei ha scritto alla mamma, morta da anni.
Dice mamma che stai in cielo aiutaci tu, eccetera eccetera.
Il mio giornale pubblica la lettera, e questa storia, per fortuna, è a lieto fino, anzi no, ha un doppio lieto fine.
Primo lieto fine: una signora, dopo aver letto l’articolo, ci telefona.
Almeno le due sorelle posso ospitarle io, la mia casa è grande, dice.
Secondo lieto fine. Si fa viva la padrona di casa. Aspetterà, ha letto anche lei l’articolo, niente sfratto immediato. Forse non sapeva…
Non sono più venute in redazione le due sorelline: anche se ho difficoltà a scriverlo credo proprio che la loro mamma badi a loro.
Oh, che bello. Stasera mi fermo qui, nella lettura.
Grazie.
gli angeli esistono Remo e tu ne hai dimostrato la prova, pubblicando quella lettera mi fai pensare che forse un paio di ali le hai anche tu.
falconier
scusa l’ ot: ma, dov’è anfiosso?
Che bella storia, fa bene al cuore.
E a te credo faccia amare ancora di più il tuo lavoro.
Bellissima storia :)
in fondo di cosa siamo veramente sicuri?…
credere all’invisibile forse può renderlo possibile.
Storie come questa fanno bene al cuore. Un caro saluto, Annarita
Scusate ancora ma se cliccate sul mio nome forse si apre la mia passione, i pennini, la scrittura.
Buon giorno a tutti ,articolo interessante . Tutto e’ nelle nostre menti, e tutto e’ manipolabile, emozionabile, ( perdonate le mie, licenze poetiche dell’ignorante) ogni storia e’ un mondo di sofferenze o di gioie. Io per esempio sono solo e sofferente ma se qualcuno se ne accorge , sono meno solo, accompagnato da una persona come te che hai scritto quell’articolo. scritto con il cuore , P:S il mio caso era un esempio.
Lo credo anch’io, Remo.
C’è bisogno di storie a lieto fine. C’è bisogno di notizie che aiutino la solidarietà. Anche questa è informazione.