Per qualche copia in più

È un venerdì sera del 2002, vado per la prima volta al salone del libro, Torino. Vedo una scena triste, che non dimentico. Ci sono degli scrittori che fermano le persone cercando di vendere i loro libri, stampato (suppongo) da qualche editore a pagamento.

Prima immagine triste, ne seguiranno altre.

Sempre al salone, due anni dopo. Mi ferma un editore che conosco. Mi fa vedere alcuni libri e me ne porge uno. Arriva una terza persona, sorridente. Si presenta e mi dice: Sono l’autore. L’editore lo guarda e gli dice: Non l’ha comprato, gliel’ho regalato lui. Il tipo si rabbuia e se ne va. L’editore mi dice: Sono due giorni che fa la sentinella al suo libro, sperava che tu fossi il primo acquirente.

Anni dopo. Al salone incontro una persona che conosco da anni. Ci siamo scritti, ci siamo anche incontrati, ci siamo scambiati mail. Diciamo che c’è dell’affetto. Vado incontro a questa persona che, però, evita di guardarmi. Non è da lei. Oddio, era da un po’ che non ci sentivamo, almeno un anno. Nel frattempo era diventata famosa, questa persona, grazie alla pubblicazione di un libro. Fa male alla vista un po’ di successo? Triste, triste tanto.

Adesso che è uscito il mio nuovo libro però penso soprattutto alla prima immagine. Non mi sento, poi, troppo diverso. Inondo la mia pagina facebook di segnalazioni, foto, estratti del mio ultimo libro.

Titolo di un film già visto: titolo: Per qualche copia in più.