Domeniche: d’oggi e di trent’anni fa

La mia domenica, oggi. Sveglia ore 10. Tè e tre, quattro biscotti, controllo posta elettronica, mail. Ore 11, a spasso con Cico e il nostro cane, Blu. Pausa cannolo siciliano per lui e caffè schiumato per me. Rientro a casa, si ripassano i romani e le prime guerra: sanniti e Pirro eccetera. Pasto veloce: un’arancia, un tarallo, un pezzo di fontina. Caffè. Programma delle prossime ore. Allo stadio, per la partita Pro Vercelli-Olbia. (Il calcio ai tempi del Covid: la vita continua, ma le mascherine e gli stadi deserti mettono tristezza.) Allo stadio scrivo cronaca e pagelle per Infovercelli24. Poi a casa: pezzo di commento sempre sulla Pro Vercelli per il settimanale Notizia Oggi. Poi: altro ripasso con Cico (mi tocca anche geografia, oggi) quindi cena d’asporto (stasera Sushi). Il finale con un po’ di facebook, di mail, una puntata della serie Glacé su Netflix e, prima di andare a dormire, le ultime pagine di Le otto montagne di Paolo Cognetti. Più varie ed eventuali.

Una domenica di una trentina d’anni fa. Sveglia alle 5, credo, treno per Firenze, arrivo a Firenze alle 11 circa, mangio un panino con la porchetta e bevo una birra e sento un pezzo di messa a Santa Maria Novella, poi prendo un treno locale che mi porta in un centro non distante, dove giocherà la Pro Vercelli (allora C2). Seguo la partita, poi torno indietro con la squadra, tutto il viaggio parlo con l’allenatore Giuliano Zoratti (era o il 1990 o il 91, mi sa), poi, appena arrivato a Vercelli, cena veloce, vado alla Sesia, scrivo i pezzi della Pro Vercelli e alle 22 in punto vado al cinema, all’Italia. (Mi è sempre piaciuto andare al cinema o a teatro da solo.) C’è Orchidea Selvaggia con Mickey Rourke. E’ tutto pieno. Vedo il film in fondo, in piedi, ma va bene così.
Guardo il film, ripensando a Santa Maria Novella e al treno locale che presi da Firenze a quel centro della Toscana che ora non ricordo. Eravamo in tre, solo in tre. Io, con un libro perché dovevo preparare un esame (mi pare l’ultimo a lettere, di sociologia), e un ragazzo e una ragazza. A un certo punto il ragazzo attacca bottone con la ragazza, ridono, scherzano, diventano amici.

E buona domenica a chi passa di qui. (Ho scritto in fretta, scusate; ora mi faccio un caffè, carico la pipa e corro allo stadio).