Un mio caro amico è morto due giorni dopo il vaccino johnson. Non è stata fatto nessun accertamento, i familiari non hanno detto nulla, io dico solo che stava bene, che l’ho visto il giorno prima che morisse.
Poi. Un mio parente, malato di cancro, era un fautore della vaccinazione contro il Covid, «altrimenti non se ne esce» mi diceva. Dopo la terza dose il suo corpo, già debilitato, è andato in tilt: valori sballati del sangue, un’emorragia. «La terza dose mi ha distrutto» mi ha detto a Natale. Due mesi dopo è morto certo, causa cancro (leggo però Crisanti, che dice: non muoiono i no vax, muoiono i fragili vaccinati).
Poi. Ho intervistato una giovane madre, figlia di un medico. Ha fatto il vaccino, convintamente. Ora non vive. Nei mesi passati ha visto l’inferno: dolori lancinanti alla vagina, alla gola. Paresi. Sta meglio, però. Però è incazzata: quando dico che sto così per colpa del vaccino non vengo ascoltata.
Poi ci sono io. Dopo la seconda dose ho avuto spossatezza, giramenti di testa, acufeni più altro (che non è poco: dolori a tre dita, due si sono gonfiate, a un braccio). Spossatezza e giramenti di testa non ci sono quasi più, acufeni e dolori vari (passano con ibuprofene) vanno e vengono.
L’evidenza scientifica – quella ufficiale – non mette in correlazione vaccini ed effetti avversi. Si ignora il problema.
Certo, c’è l’evidenza scientifica, ma non solo.
Primo esame di psicologia dinamica, nel 1983. Cos’è indispensabile per la crescita di un individuo, cos’è che lo guida?, mi domandarono.
Risposi: l’esperienza.
Presi trenta.
E poi. Mi pare che ci sia una scienza ufficiale che va d’accordo con politica e informazione (quasi tutta) e va bene così, ma c’è anche una parte di scienza imbavagliata e questo mi fa pensare: quando si imbavaglia qualcuno significa che di questo qualcuno si ha paura.