La scrittura è anche mistero

Giuseppe Pontiggia amava raccontare il suo primo incontro con Vittorini, a cui propose un manoscritto.

Vittorini mi fece capire che “bisogna avere la percezione che il testo sia suscettibile di miglioramente, che non sia insomma di qualcosa di misterioso… è anche qualcosa di misterioso e indecrifrabile, ma è comunque qualcosa su cui lavorare”.

L’importanza della riscrittura, certo. Ma a me colpisce la frase “… è anche qualcosa di misterioso”.

Che voleva dire?

Pongo un quesito: vi è mai capitato di leggere un libro e poi di pensare: certo è scritto molto bene e la storia è anche interessante, ma va sapere perché non mi ha preso…

Pontiggia non volle mai scrivere un manuale di scrittura. Diceva: Non do consigli precisi, do tracce che mi auguro feconde, e poi, citando Las Cases (Una buona educazione parte dalla liberazione dell’educazione che abbiamo ricevuto) spiegava che dobbiamo liberarci dai nostri pregiudizi.

Infine, una curiosità (per me importante). Pontiggia fu il primo grade insegnante di scrittura creativa. Fece anche lezioni per radio, la trasmissione, che durava 45 minuti, si chiamava “Dentro la sera”. Durante la prima puntata, Pontiggia spiegò che alla televisione preferiva la radio “perché – disse – c’è più attenzione alla parola”.

Meglio ascoltare la radio, insomma, specie se si scrive.

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