Il sentiero, recensioni su Amazon

Il sentiero dei papaveri, recensioni su Amazon.
La prima.
Ritrovare il proprio sentiero

Entrare in una storia nata dalla penna di Remo Bassini ogni volta è come ritrovare un vecchio amico o tornare in un luogo familiare. Stavolta non c’è una trama gialla o noir, ma un mosaico di storie che ruotano intorno all’enigmatica figura del Capitano e agli avventori del suo singolare bar, in una periferia senza nome e senza tempo. È lì che approda spaesato il protagonista, un uomo solitario e in lotta con il passato, che ritroverà la propria voce e saprà darla alle storie degli altri. Altri che hanno nomi trovati per loro dal Capitano, in una sorta di gioco della verità che svela la loro dolente interiorità. Percorreremo anche noi il Sentiero dei papaveri come ha fatto il Capitano, lasciandoci guidare dalla scrittura piana, ma corposa e umorale dell’autore, sulle tracce delle storie che compongono come piccole e preziose tessere questo mosaico di rimpianti, di desideri, di speranze. Compito dello Scrittore, così ribattezza il Capitano l’uomo solitario che approda nel suo bar, e che per amore e per speranza si farà Cantore per ognuno di loro e di sé, perché l’impegno del Capitano non vada perduto. Ho percorso con piacere accanto al protagonista la via che conduce al bar del Capitano, una via che ha il medesimo nome di quella prossima alla stradina in cui sono cresciuta nella mia città d’origine. Anche per me lo Scrittore e il Capitano hanno percorso il Sentiero dei papaveri e lo percorreranno per chiunque si immergerà in queste pagine.
(Annarita)

La seconda
Fuori dal tempo
Questo romanzo regala un’atmosfera sospesa, fuori dal tempo, in un bar di periferia, dove il proprietario, che si fa chiamare Capitano, traghetta le storie degli avventori all’ascolto e alla comprensione dello Scrittore, che trova così il modo di svelarle e svelarsi.
(Antonietta)

Questo libro arriva al cuore del lettore, lo smuove dal torpore, lo fa sorridere e sperare che lo Scrittore che ha smarrito la strada si incammini sul Sentiero, ricominci a scrivere, perché una storia così non può essere lasciata svanire, deve essere raccontata.
(Francesca P.)


“Il sentiero dei papaveri” è forse il libro più difficile da descrivere che abbia mai letto. È bellissimo, certo. È da leggere assolutamente, certo. Fa emozionare, sì. Racconta una storia in cui è incredibilmente piacevole perdersi, ancora sì. Ma tutto questo non basta. È un romanzo che sfugge ad ogni parola con cui si tenta di definirlo.
Potrei dire che si parla di un bar di periferia il cui proprietario è un tizio particolare, che si fa chiamare il Capitano, e che nel suo bar ospita persone di vario genere a cui dà soprannomi sulla base delle loro storie e loro carattere. Potrei raccontare l’intera storia, ma non gli renderei giustizia. “Il sentiero dei papaveri” è un romanzo che va percorso, come un sentiero, va assaporato così come si assaporano al bar del Capitano i panini con la frittata e le storie dei suoi frequentatori, raccontate accanto al camino la sera tardi.
Il sentiero dei papaveri è uno di quei libri che quando lo finisci, lo chiudi e lo tieni in mano per qualche istante fissando il vuoto. Poi ti guardi attorno e ti sembra che il mondo abbia un colore nuovo, forse diverso, forse un po’ più bello, forse un po’ più vero.
(Sofia Ragusa)

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