Sulla rivista Gioia ho letto un’intervista (di Monica Ceci) sulla “verità che fa male” ad Aldo Naouri, psicanalista francese.
Parla di tradimenti, anche.
Ecco cosa dice:
Ho conosciuto una signora alla quale il marito aveva confessato “per onestà”, di averla tradita in una storia senza importanza. Al colmo dell’infelicità, la signora aveva saputo dell’esistenza di un certo club, ci era andata e in due ore aveva fatto l’amore con otto uomini. Ed era uscita di là dicendosi che il sesso contava molto meno dell’amore. Naturalmente non l’ha detto a lui: lei sapeva quanto inutilmente doloroso sarebbe stato.
(Cosa penso io preferisco non dirlo. O magari lo dirò, nei commenti).
Ma il problema più grande, io credo, consiste nel tradire noi stessi. Ché a volte, tradendo gli altri, facciamo del male soprattutto a noi. Abbiamo un giudice invisibile, dentro (insegna Pirandello).
c’è sempre quella lacrima che ” tradisce un’emozione”. In tal caso il tradire svela e non nasconde
Anche io sono d’accordo con Pirandello, totalmente.
Se il tradimento è occasionale ma si ama sul serio il partner, sarebbe preferibile nascondere il misfatto, sarebbe solo un’inutile sofferenza procurato alla persona che si vuole bene. Se invece ci si è innamorati di un altra persona, allora è d’obbligo dichiararsi all’una e all’altra. :)