le riflessioni di Lucia

questa cosa qui l’ha scritta Lucia Marchitto commentando il mio precedente post.
ecco, non vorrei che pssassero inosservate queste importati riflessioni
(grazie Lucia)


Secondo me oggi c’è un equivoco che forse la rete ha potenziato: è più importante lo scrittore che lo scritto. Bisognerebbe che lo scrittore si facesse da parte e lasciasse che i suoi libri parlassero. Ma è un’utopia: se non sei visibile come scrittore non sono visibili nepure i tuoi libri. Poi certo in rete, ma anche fuori della rete, chi ha scritto una qualsiasi cosa, fosse anche uno sbadiglio, si crede perlomeno bravo, ma d’altra parte se uno si credesse mediocre o pessimo scrittore scriverebbe? Credo ci vorrebbe a volte soltanto un po’ più di umiltà, un po’ più di senso critico e più lavoro, e capire che nella scrittura non si è mai arrivati che c’è sempre qualcosa di più e di meglio da imparare e da fare, e che la pubblicazione è l’ultima cosa a cui pensare, prima bisogna fare.

4 pensieri su “le riflessioni di Lucia

  1. Troppo da ridere!
    :-)
    Non fraintendetemi, mi riferisco al commento precedente…
    Lucia ha veramente ragione.
    In questa società dell’apparire, pirandelliana al cubo, bisogna indossare la maschera del “bravo scrittore”. Se se donna, poi, “scrittrice (brava e) figa”.
    Tempo fa sul blog del mio amico Massimo Maugeri (www.letteratitudine.blog.kataweb.it) Antonella Cilento scrisse un articolo molto polemico in cui diceva di non essere un personaggio ma una scrittrice, vittima però di pre-giudizi: essere napoletana, essere donna, non essere salottiera o Gradisca-writer (questo è un mio neologismo, voglio il copyright!).
    Per tornare a Lucia: le opere antiche erano spesso anonime. Quanto fantasticare sugli autori, sui nomi perduti… e le opere d’arte medievali? Frutto del lavoro di intere botteghe, di artisti che volevano restare anonimi.
    Perché l’arte è un soffio dello Spirito che spira dove vuole e noi cetre, corde mute che attendono la brezza.

  2. “Sono uno dei più grandi scrittori del mio pianerottolo, e dico “uno” dei più grandi perché di fronte a me c’abita mio cognato che al terzo anno di raggioneria prese setteppiù al compito di italiano senza farcene accorgere al professore che lui aveva copiato tutto tutto l’ultimo capitolo di un romanzo incompiuto di Piergiorgio Pisolini, che quello Pisolini era un romanzatore che al professore suo di italiano e storia neanche ci piaceva, perché se copiava qualche paggina di Alberto Manzoni o di qualche altro scrittore di quelli che ci piaceva a lui, quello forse mio cognato poteva pigliare sicuramente pure un 8 o un dieci e lote tonto tonto, seccondo me.”

    Insomma, sono d’accordo (cfr. http://aitanblog.splinder.com/post/22257408 ;o)

  3. Caro Remo,
    ho letto su facebook che questo commento è stato mal interpretato, lo scrivo anche qui per evitare altri travisamenti: non è riferito a te Remo, semplicemente sono delle osservazioni scaturite dalla lettura del tuo post.
    Ti ringrazio Remo per essere sempre così stimolante e attento e … per tutto.
    Un abbraccio Lucia

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