Non ricordo quanto lo pagai, forse 1500 lire forse 3000.
Facevo terza media, era Natale, il regalo che feci a me stesso fu Tutti morimo a stento (tristissimo) di de André.
E la canzone che più mi piacque fu Leggenda di Natale. Ricordo che la copiai sull’atlante di geografia, in fondo. In stampatello. Andavo malissimo in geografia.
LEGGENDA DI NATALE
Parlavi alla luna giocavi coi fiori
avevi l’età che non porta dolori
e il vento era un mago, la rugiada una dea,
nel bosco incantato di ogni tua idea
nel bosco incantato di ogni tua idea.
E venne l’inverno che uccide il colore
e un babbo Natale che parlava d’amore
e d’oro e d’argento splendevano i doni
ma gli occhi eran freddi e non erano buoni
ma gli occhi eran freddi e non erano buoni.
Coprì le tue spalle d’argento e di lana
di pelle e smeraldi intrecciò una collana
e mentre incantata lo stavi a guardare
dai piedi ai capelli ti volle baciare
dai piedi ai capelli ti volle baciare.
E adesso che gli altri ti chiamano dea
l’incanto è svanito da ogni tua idea
ma ancora alla luna vorresti narrare
la storia d’un fiore appassito a Natale
la storia d’un fiore appassito a Natale
grazie Remo mi hai fatto ricordare un mare di cose!
Il vinile lo avevo letteralmente consumato
…dai cuori a forma di salvadanai.
Ah… Remo… Quanti ricordi di quel disco, quante volte l’ho sentito, nella solitudine voluta, cercata. Era triste, ma era un’emozione inesauribile sentirlo. …e voi pizzicagnoli, notai, con i ventri obesi e la mani sudate, che la pietà non vi fu mai compagna…
Remo ieri, tu puoi solo immaginare la soddisfazione di quelle due donne, del ragazzo, di suo padre, di tutti noi… Grazie.