l’ombra di natale

Vedo un’ombra. Non so se di donna o uomo, non so che età abbia. Magari è un’ombra bambina, oppure no, è un’ombra di vecchio o vecchia.
E’ sola – questo sì, è sicuro – quest’ombra, in una stanza, e non so se ci siano altre stanze, magari abitate da persone, gatti o fantasmi, né so dire se fuori, oltre la finestra s’intravveda un lembo di mare o di monte o di pianura.
Fuori – anche questo è sicuro – il tempo è inclemente, e c’è pure un po’ di vento, adesso.
Quest’ombra si siede,  è un’ora imprecisata della vigilia di Natale, è un’ombra che ha deciso di concedersi forse un minuto forse un intero giorno e un’intera notte di pausa: nell’ombra.
Fissa il vuoto. Magari ricorda, magari piange, magari sorride perché stasera sarà una bella sera, magari sente una musica che solo lei, l’ombra intendo, sente.
A quest’ombra io dico buon natale.
E buon natale a chi passa di qua.