Nascosta nel negozio, di notte

Magari tra un po’, sta pensando Viola Rodesi, davanti al manichino vedrà, per un attimo, la sagoma ingobbita del geometra, un geometra dipendente del Comune, che, da quando è rimasto solo, certe notti le trascorre a passeggiare nervosamente, a testa bassa, avanti e indietro come un ossesso lungo i portici facendo rumore, coi tacchi sembra voler sfondare la pavimentazione di chiara epoca fascista o anche precedente. Era sposato, ha lasciato moglie e tre figli per mettersi con una ragazza giovane, sposata pure lei, non da tanto. La loro decisione di andare a stare insieme aveva provocato clamori, scintille e scandalo. Ma era durato niente, perché lei, dopo nemmeno un mese di vita in comune, l’aveva abbandonato per tornare dal marito, costretto su una sedia a rotelle da una malattia degenerativa. Il geometra da allora è disperato perché lei, oltre ad abbandonarlo, è arrabbiata con lui. Gli ha detto, urlato, che la deve lasciare in pace, per sempre.
Oppure, da un momento all’altro, può spuntare l’Eugenio, davanti al manichino; stasera potrebbe passare perché l’Eugenio passa solo se non fa freddo e se non piove; passa e canta, ad alta voce; una volta faceva l’idraulico, aveva famiglia. Poi la moglie si è suicidata e i figli l’hanno lasciato solo, e comunque non si sa se la moglie si sia gettata sotto il treno perché lui aveva cominciato a dar di matto o se invece lui ha cominciato a dar di matto e a cantare a squarciagola – ha la fissa del Barbiere di Siviglia – quando è rimasto solo.
Ci sono uomini feriti che passeggiano sotto i portici e le loro crepe. Donne no, non ne ha mai viste. Solo Marina, aveva visto di notte, ma Marina, così aveva saputo Viola Rodesi perché così si diceva in giro, era lì per sfidare Filippo Tuddia.
Le donne, ha pensato spesso Viola osservando passare davanti al manichino quei relitti che una volta erano uomini, le donne i loro peccati e le loro ferite le vivono in clausura; ma non lei, non Viola Rodesi, che da piccola giocava sempre coi maschi, e combatteva quando c’erano guerre con le cerbottane.

Brano tratto da Bastardo posto, Remo Bassini, Perdisa Pop, 2010

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