l’armonica e i ricordi

L’avevo adocchiata da tempo. E mi ero ripromesso di entrare e chiedere, Quanto costa quell’armonica a bocca. Che poi, io, mica la so suonare l’armonica a bocca. So strimpellare a orecchio e solo con una mano il pianforte; se uno mi chiede fai Imagine io eseguo. Ma l’armonica a bocca ce l’avevo da ragazzo. Sapevo suonare due tre cose. Il silenzio, per esempio. Poi il motivetto che fa “il cow boy sul sua bianco cavallo, nel far west un bel dì tornerà”. Però su yuotube avevo visto che c’erano corsi, trucchi per suonarla. A me avevano sempre detto che si suona a orecchio, e che se non ci tieni la lingua vicina fa “l’effetto fisarmonica”. Io comunque non c’ero mica entrato in quel negozio di strumenti musicali che c’è vicino a casa mia. Però stamattina ci sono passato davanti. Avevo un mal di testa infernale: mi ero addormentato alle 3 e alla 6 ero già sveglio colpa del piccolo, di Federico Libero che voleva giocare. Passa davanti al negozio e proprio davanti al negozio c’è il proprietario, che è anche un bravo suonatore di jazz. Come li invidio io quelli che sanno suonare. E mentre passo, cercando di tenere il piccolo che si rifiuta di dare la mano e cercando anche di non pensare al mio mal di testa, d’istinto, dico al proprietario del negozio: Quanto costa una armonica a bocca proletaria? Si parte dai 4 euro, mi dice lui, gentile. Entro col piccolo. MI fa vedere le armoniche a bocca. C’è qualla piccina da 4 euro, c’è quella più grande da 12. Le prendo tutte e due, dico. Poi in strada il piccolo si è stupito e sorrideva: che io sapevo ancora suonare Il silenzio e quella che fa “Il cow boy sul suo bianco cavallo…”. Impegnandomi, durante la giornate ho provato l’Ave Maria di Shubert, Bandiera Rossa e Mamma mia dammi cento lire. Volevo – guardando su youtube ma non ne ho avuto il tempo – imparare a suonare Yesterday. Vedremo nei prossimi giorni. Perché oggi (o ieri fate voi, sono le 3 di notte passate da 16 minuti, ora) ho lavorato per il nuovo sito del giornale e poi, dopo cena e dopo aver portato in giro il cane, mi son messo a lavorare su Vicolo del precipizio, il libro che esce l’8 novembre di quest’anno per Perdisa. Magari sull’aletta di copertina suggerisco a Paolacci (direttore della collana Perdisa Pop ed editor) di mettere una frase nemmeno orginale, credo, ma che rappresenti l’essenza del libro.

 

A un certo punto della vita, se ti volti, vedi che restano solo i ricordi.

 

Ora vado a letto, che è meglio.

8 pensieri su “l’armonica e i ricordi

  1. ci ho provato tante volte ma niente da fare, per me l’armonica rimarrà uno strumento da ascoltare suonato da altri come in questa song di Neil Young che mi ricorda i 18 anni e anche il fatto che quest’anno non ci saranno weekend e tanto meno vacanze. come diceva il Quelo di Guzzanti: -C’è grossa crisi –

  2. Il ricordo è l’essenza della scrittura… le Muse sono figlie della memoria per i Greci.
    E tutto il tuo blog è un inno ai ricordi, quelli remoti e quelli prossimi di una passeggiata. Grazie per quest’armonica che mi ricorda una persona che la suonava e che non c’è più.

  3. Lo aspettiamo a braccia aperte e con tutto il mare possibile (fammi sapere il periodo, ché noi come al solito – lavorando anche ad agosto – facciamo vacanze a spizzichi e bocconi da maggio a settembre poco per volta…).
    Baci. :)

  4. Sì cara Stefania, esiste; ed è più marcato con Il quaderno delle voci rubate dove il porotagonista colleziona ricordi e racconti d’altri. Sono molto dissimili, però, i due protagonisti. Mentre Luca Baldelli (Il quaderno delle voci rubate) scrive perché la sua vita è poca cosa, Tiziano (Vicolo del precipizio) scrive per placare i suoi fantasmi. O forse forse scrive perché ha dei problemi nel gestire questi suoi fantasmi.
    Ciao Stefania, un abbraccio; porto il piccolo in Puglia ad agosto, insomma ritorna.

  5. Non posso fare a meno di notare la coincidenza, ripensando a quando mi facesti leggere Bastardo posto in corso d’opera. Allora pensai che la frase in cui si condensava il senso del libro fosse: Ma il problema, per Paolo Limara, sono i ricordi: morendo, ce li portiamo appresso?
    Si vede che il fil rouge esiste, originale o meno che sia. :)

    Ciao Remo, baci e jazz a tutti voi.

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